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PIEDIMONTE MATESE – Palazzo Ducale, la sfida di Sarro

piedimonte matese.  Palazzo Ducale, il Senatore Pdl Carlo Sarro ha le idee chiare in merito alla vicenda: “ A breve sarà convocato un tavolo istituzionale con Regione, Provincia – che né è in parte proprietaria – Soprintendenza ed Ente Parco del Matese per valutare il percorso da compiersi in merito al progetto di restauro dell’immobile e per discuterne la destinazione funzionale. Noi insistiamo affinché il Palazzo, una volta restaurato, ospiti un centro di Alta Formazione sull’agricoltura e sull’ambiente, capace di assecondare la vocazione duale del nostro territorio. Qui da un lato esiste una tradizione agricola importante con prodotti agro-alimentari che potrebbero interessare un mercato di qualità e dall’altro un territorio tutelato, protetto e configurato giuridicamente come Parco. Dunque un Centro di Ricerca di “Agricoltura ambientale” potrebbe trovare casa in un edificio che, per la sua importanza e storia quasi millenaria, custodisce il Dna della nostra comunità. Piedimonte un tempo era la “Svizzera campana” ma la cementificazione selvaggia e il disordine urbanistico hanno lasciato sbiadire, specie negli ultimi 30 anni, quella fotografia di isola felice. Dobbiamo rispettare le vocazioni del nostro territorio cioè l’agricoltura e l’ambiente ma anche le testimonianze del nostro passato, anche se veniamo da una lunga stagione in cui esse sono state sistematicamente e volutamente cancellate. Basta considerare lo stato in cui versano le costruzioni di edilizia rurale, le cosiddette masserie, che un tempo erano le unità abitative di supporto all’attività colturale. Purtroppo, visitando il circondario, accade spesso di vedere che, accanto a splendide costruzioni antiche pressoché dirute, sono sorti edifici di dubbio gusto, del tutto estranei al contesto e al genio costruttivo del luogo.  Un’intelligente politica di pianificazione avrebbe dovuto incentivare il recupero delle antiche masserie prevedendo una modifica delle primitive destinazioni d’uso. Oggi le masserie superstiti potrebbero essere recuperate e destinate alla vendita di prodotti tipici del nostro territorio o ad attività di ristorazione e valorizzazione della nostra rilevante tradizione eno-gastronomica che troverebbe felice collocazione in un contesto ambientale di indubbia qualità. Perciò io auspico che l’Ente Parco, la Regione e la Provincia si facciano promotori di un’iniziativa concreta tesa al recupero delle antiche masserie e del patrimonio edilizio esistente, evitando la nuova edificazione”. cs

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