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RIARDO – Santa Maria a Silice, una finestra al posto dell’organo del ‘700

Riardo. Ristrutturano l’antica chiesa di Santa Maria a Salice e scompare l’organo. Al suo posto, ora, ‘trionfa’ una finestra. Dovrebbe servire, secondo i progettisti, a dare maggiore luce alla navata. Sembra cadere dalle nuvole la Soprintendenza dei beni culturali di Caserta che avrebbe autorizzato i lavori, ignorando la presenza dell’antico organo. Uno strumento che, secondo gli esperti, ha le caratteristiche di scuola napoletana del ‘700. Per secoli è stato al suo posto fin quando, durante i lavori di sistemazione della struttura, è stato smontato dai muratori (chiaramente da mani non esperte). Parte di esso, ora, ‘dormono’ dietro l’altare e in sagrestia. Dei due  mantici a mano, invece, sembrano essersi perse le tracce.  Perché si decide di smontare un antico organo per fare posto ad un finestra? Perché la Soprintendenza non ha ritenuto, finora, intervenire? Che fine hanno fatto i mantici e che fine faranno le parti accantonate in sagrestia? Sono le domande che si pongono tanti fedeli riardesi e tanti amanti dell’arte. Il caso dell’antico organo riporta alla ribalta la chiesa madre di Riardo; infatti, dalla stessa struttura, qualche anno fa, sempre durante le operazioni di restauro, era scomparso un importante dipinto che il parroco aveva ‘affidato’ al titolare di un’impresa edile che doveva curarne il restauro. Solo l’intervento dei carabinieri del nucleo di tutela ha permesso, dopo cinque anni, il recupero dell’opera d’arte, un capolavoro di scuola napoletana  che raffigura l’Assunzione  di Maria in Cielo. Il dipinto – definito da molti critici d’arte di grosso pregio artistico – rappresenta il dogma cattolico nel quale viene affermato che Maria, terminato il corso della vita terrena, fu trasferita in Paradiso, sia con l’anima che con il corpo, cioè fu assunta e  accolta in cielo. La vicenda legata alla scomparsa dell’antico organo riaccende i riflettori sugli interventi eseguiti per il restauro dell’antica chiesa. Un’opera realizzata grazie alla Soprintendenza per i beni culturali, PSAD, con l’utilizzo di circa duecento milioni delle vecchie lire. La somma, pur rilevante, non ha consentito certamente di attuare tutti gli interventi di cui la struttura sacra necessità. I primi lavori ad essere stati realizzati hanno riguardato il totale rifacimento dell’intera copertura e alcuni interventi di consolidamento delle parti più danneggiate.

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2 commenti

  1. Grazie carissimo! come sempre attento a quello che succede nel nostro piccolo paesino. Speriamo che ancora una volta Tu possa scuotere un pò la sensibilità e l’amor proprio per quanto ci appartiene ………. non lasciamo che chiunque “passi” per questo Nostro piccolo paesino faccia razzie e scempio di quelle poche cose preziose e belle che i Nostri Antenati con tanta cura ci hanno lasciato…..
    Grazie e sappi che siamo sempre dalla tua parte! dalla parte dei giusti ed onesti.
    tuo amico di sempre.

  2. In questo caso, vi è una duplice responsabilità. La prima responsabilità è da affidare alla sopraintendenza, in quanto, 1- non ha fatto un sopralluogo, 2- non ha visto le fotografie, ammesse che c’erano. in caso contrario senza l’ausilio di foto non poteva rilasciare il permesso, 3- doveva leggere la relazione.
    Seconda responsabilità, il tecnico progettista.
    1- doveva sapere che vi era un organo (poi magari l’ignoranza poteva non attribuirlo al ‘700, ma non poteva ignorare la presenza), 2- avrà omesso di proposito la presenza di un organo?
    3- quando hanno smantellato l’opera, la direzione dei lavori dov’era?
    Terza responsabilità anche se veniale, va attribuita all’articolista, che giustamente denuncia l’accaduto, ma omette per spirito forse di campanilismo di fare i nomi dei progettisti e dei responsabili della soprintendenza, maggiori responsabili. Fin quanto queste persone vengono tenute fuori dalle proprie responsabilità, continueranno a fare danni, e arricchirsi caro pasquale f. ai danni della popolazione.