PIEDIMONTE MATESE – Scalata alla clinica Villa dei Pini, salta il processo: il giudici rimette gli atti al pubblico ministero

PIEDIMONTE  MATESE – Salta il processo per il caso della scalata societaria alla clinica Villa Dei Pini. Il nuovo giudice stabilisce il rinvio degli atti al pubblico ministero che dovrà ripartire dall’audienza preliminare. Praticamente il procedimento è morto, considerata l’imminente prescrizione. Secondo la Procura, in tre organizzarono una scalta societaria per ottenere il controllo della clinica Villa dei Pini.  Influenzarono infedelmente l’assemblea dei soci attraverso atti simulati e fraudolenti. Violando così l’articolo 236 del codice civile che regola la materia dei reati commessi in ambito societari.  Devono rispondere dell’accusa, davanti al giudice monocratico del tribunale di Piedimonte matese, l’europarlamentare Aldo Patriciello, l’imprenditore Ruggiero Di Pietro e il commercialista Lucio Rossi la cui posizione è stata stralciati e quindi seguirà un altro iter giudiziario. Per loro, in caso di condanna, la pena potrebbe oscillare dai sei mesi ai tre anni di reclusione. Tutti hanno affidato la difesa agli avvocati Giuseppe Stellato ed Ernesto De Angelis. Le vittime dei raggiri ipotizzati dall’accusa sono gli ex soci della strututra sanitaria di Piedimonte Matese. Nell’ultima udienza, assistiti dai rispettivi avvocati difensori si sono costituiti come parte civile Aldo Albo Ciccarelli, Maria Cristina Ciccarelli, Giovanna Giodana, Daniele Ferrucci e Luca Ferrucci. Proprio contro la costituzione parete civile delle persone offese si è scatenata la difesa dei tre imputati che ha più volte chiesto l’inammissibilità della parte civile. Dura la reazione del collegio difensivo della parte civile ed in particolare degli avvocati Vincenzo Cortellessa e Ciro Ferrucci che ha rintuzzato l’opposizione espressaa dagli avvocati degli imputati.mettendo così la costituzione delle parti civili.  Si torna in aula questa mattina. Gli imputati si sono sempre detti estranei alle accuse mosse e si sono mostrati sereni di poter dimostrare la propria innocenza nel corso del processo