ALIFE – Italcarta, gli ex dipendenti: siamo stati lasciati soli

ALIFE – Caso Italcarta, poche certezze, tanti dubbi. Troppi punti ancora da chiarire. Le certezze sembrano essere legate al fallimento stabilito il tribunale  fallimentare di Napoli con la sentenza numero  60 del 23 febbraio 2012. La decisione del giudice è stata assunta su richeiste di alcuni fornitori che vantano crediti ingenti. Curatore fallimentare è il professore Roberto Bocchini. Una ulteriore negatività per i tanti dipendenti che da mesi sono in protesta per il mancato pagamento delle spettanze. L’avvocato Guido Lombardo – che cura gli interesse dei 15 lavoratori dell’azienda –  ha già sollecitato il curatore per l’attiviazione della procedura della cassa integrazione straordinaria di tutti i lavoratori.  Il fallimento dichiarato dal  Tribunale di Napoli (città in cui la Italcarta aveva la sede legale) potrebbe aprire anche le porte ad una probabile inchiesta, magari sollecitata propria dal curatore, per la strana crisi che in poco tempo ha condotto l’azienda al fallimento. Una crisi che pesa, chiaramente, solo sulla pelle dei lavoratori e delle loro famiglie.  Per diverse settimane i dipendenti dell’azienda hanno protestato fuori i cancelli della fabbrica per rivendicare i loro diritti e per sollecitare interventi. Sulla vicenda legata alla Italcarta il sindaco Giuseppe Avecone scrisse al Prefetto per chiedere di prendere a cuore la vicenda che vede i lavoratori messi in strada senza nemmeno una spiegazione. Dipendenti che pe rmolti  giorni sono stati davanti ai cancelli dell’azienda, per protestare.  Si sentono abbandonati da tutti, anche dai sindacati ai quali si sono rivolti: la Uil trasporti e la Cisl. I lavoratori della Italcarta erano in cassa integrazione dallo  giungo 2011, fino al  trentuno dicembre scorso. Credevano di dover rientrare al lavoro; hanno trovato i cancelli chiusi e il nome della ditta cambiato: ora si chiama “Doctor pack”.