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ALIFE – Processo Sansone, la testimonianza di Dragone non fa chiarezza

ALIFE – Caso Sansone, la testimonianza del segretario comunale Dragone, sentito in veste di segretario del consorzio Metano25, non è servita a fare chiarezza su alcuni aspetti della vicenda. Dragone, ascoltato per diverso tempo non ha potuto fornire risposte esaurienti ai giudici. Il processo a carico di Pietro Sansone, slitta al prossimo maggio per ascoltare altri testimoni dell’accusa. Intanto il funzionario è ritornato al lavoro, presso la casa comunale di Alife e dovrà incassare tutti gli stipendi arretrati. Ma un altro importante successo Sansone lo ha incassato con la sentenza, di pochi giorni fa, con cui la Corte dei Conti, annulla la precedente condanna di danno erariale inflitta allo stesso Sansone.  Una figura, quella di Sansone – difeso dall’avvocato Dario Mancino – che per quasi venti anni è stata praticamente rispettato e riverito da tutti: amministratori, politici e semplici cittadini. Davanti al suo ufficio c’era la fila, quasi ogni giorno. Ora, invece, sembra essere stato dimenticato di tutti. Pietro Sansone, ora in libertà, venne tratto in arresto un anno fa, circa, per i reati di peculato e falso ideologico continuato in relazione a fatti commessi in Alife e Piedimonte Matese tra il 2007 e il 2010. Le indagini hanno preso inizio a seguito di notizie su presunte irregolarità amministrative e contabili perpetrate dal dirigente nell’esercizio delle sue funzioni.

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