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RAVISCANINA – Dissesto, l’appello di De Cristofano sul blog Cuore Popolare dopo 302 giorni di silenzio

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RAVISCANINA (m) – Trecentodue giorni evidentemente non sono bastati affinchè Costantino De Cristofano comprendesse a pieno che l’aforisma “il silenzio è d’oro e la parola è d’argento” ha una sua specifica ragion d’essere. Tanti i giorni – a suo dire – che sono trascorsi dal suo ultimo intervento sul blog del movimento politico Cuore Popolare. Un silenzio interrotto bruscamente domenica 6 luglio quando il padre dell’assessore esterno con delega al bilancio ha deciso di scrivere una lettera aperta che, al di là di una personale visione dell’ “affaire” dissesto, ha molto poco di costruttivo. Il tema centrale della lettera firmata De Cristofano è l’ennesimo (i 302 giorni di silenzio si riferiscono solo al blog Cuore Popolare) appello accorato a tutti i consiglieri comunali a non votare il dissesto. Per rafforzare la sua tesi, il De Cristofano padre adduce i soliti argomenti triti e ritriti già espressi in maniera ridondante tra l’altro anche dall’assessore al bilancio che dei debiti del comune è venuto a conoscenza in maniera dettagliata solo lo scorso 5 giugno dopo anni di amministrazione alle spalle. Uno su tutti, il tema delle tasse. De Cristofano, infatti, dice chiaramente che se dissesto sarà deliberato in sede di consiglio, il commissario ad acta porterà le tasse alle stelle. L’esponente di Cuore Popolare dimentica però che le tasse sono già alle stelle. Perchè questa premura non l’ha dimostrata anche in precedenza? La lettera di De Cristofano, dunque, aggiunge al dibattito politico ben poco di costruttivo. Anzi, il “pistolotto” inizia condito di veleni (attacco al sindaco Napoletano) e termina con un giudizio morale alquanto patetico. Quando De Cristofano scrive che “Il migliore risultato sarebbe quello dell’unanimità contro il dissesto e  qualora ci sarà un risultato diverso, ricorderò, fino alla fine dei miei giorni, chi avrà votato contro Raviscanina, con nome e cognome,  ogni qualvolta scriverò qualcosa“, inconsapevolmente – si spera – si erge a paladino della giustizia arrogandosi il diritto morale di giudicare chi con la massima onestà intellettuale e nel pieno rispetto delle proprie funzioni pubbliche andrà a votare in assise un argomento così delicato. E a prescindere da quale sarà l’esito del voto, immaginarsi a Raviscanina una sorta di Rambo del terzo millennio pronto a sparare a salve altro inchiostro su chi magari non avrebbe altra colpa che quella di certificare una volta per tutte un fallimento pregresso ormai evidente a tutti, è semplicemente stucchevole. Mentre il silenzio, spesso, resta sempre d’oro, naturalmente.

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2 commenti

  1. Ma nulla paga il pianto del bambino a cui fugge il pallone tra le case
    ( Montale)

  2. solo a raviscanina un topo mangia il serpente