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CASERTA – Ecomafia, cemento e rifiuti: ecco tutti numeri della provincia. Campania maglia nera 2014

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CASERTA –  Numeri impressionanti rendono l’idea del disastro ambientale che ogni anno si consuma in provincia di Caserta e nell’intera regione Campania. Ecco i dati forniti dal rapporto Ecomafia 2014: 4.703 reati ambientali, 4123 tra persone denunciate e arrestate , 1339 sequestri, per un giro di affari di 4,5 miliardi di euro gestito da 86 clan. La Campania si conferma core business nazionale nel Rapporto Ecomafia 2014 di Legambiente. Ed il primato vale sia per il ciclo illegale del cemento che quello dei rifiuti. Un dizionario dell’ecocidio che si ripete da 20 anni. Un elenco  di abusi, di cemento, di veleni, di territorio martoriato, di clan che fanno affari.

I numeri sono chiari e senza appelli: è la Campania, come ogni anno, la regina assoluta della classifica per numero di reati ambientali, 4.703, tredici al giorno, raggiungendo da sola più del 16% di quanto è stato accertato in tutto il paese; questa regione mantiene pure il poco invidiato record di persone denunciate, 4.072, di arresti, 51, e di sequestri effettuati, 1.339. È questa l’istantanea impietosa di una regione da troppo tempo in balia dell’ecomafia e in generale della criminalità ambientale, che non è spiegata solo dalla Terra dei fuochi e dai suoi drammi, ma anche dai mille risvolti ecocriminali che in tutta la regione continuano a trovare uno dei territori d’elezione .Di particolare rilievo, al riguardo, è lo sforzo investigativo compiuto in provincia di Napoli , diventata la prima in Italia come numero di illeciti (2569),  seguita da Salerno (1193).

La Campania si conferma maglia nera a livello nazionale anche nel ciclo dei rifiuti: è la regione con il più alto numero di reati accertati in questo settore, 953, quasi il 17% sul totale nazionale con 115 persone tra denunciate e arrestate e 412 sequestri. La classifica regionale vede la provincia di Napoli maglia nera con 538 infrazioni, segue Salerno con 179. Terza la provincia di Avellino con 113, segue Caserta con 68 e Benevento con 55. Ma Ecomafia in Campania non riguarda solo i rifiuti.

E non poteva mancare un focus sulla Terra dei fuochi, dove la sospensione dei campionamenti sui suoli a rischio sembra l’ulteriore prova della mancata organizzazione e pianificazione della politica. Sono tante, troppe le domande senza una risposta, a partire dal fatto che  dopo vent’anni di immobilismo ora scatta l’emergenza rifiuti radioattivi. Per questo chiediamo ai ministri dell’Ambiente, della Salute e delle Politiche Agricole

Alimentari e Forestali un deciso cambio di passo. Servono trasparenza e certezze sulla programmazione degli interventi. Solo così lo Stato può tornare ad essere credibile e riconquistare la fiducia dei cittadini garantendo una partecipazione e informazione completa e mettendo in campo una serie di azioni e strumenti efficaci per combattere le illegalità ambientali e aiutare così la Terra dei Fuochi. Quello che stiamo vedendo ancora una volta va nella direzione contraria. Occorre invece procedere in maniera spedita: rafforzando l’attività di repressione dei fenomeni di smaltimento illegale, dando piena attuazione ai programmi di prevenzione sanitaria e di analisi epidemiologica (buona parte dei comuni interessati sono ancora senza Osservatorio sui tumori), procedendo alla delimitazione e alla successiva bonifica delle aree contaminate.

In Campania l’intreccio tra camorra e politica è un impasto di cemento. Licenze edilizie fantasma, ordinanze di demolizione nascoste nei cassetti, piani regolatori e appalti truccati, abusivismo. Leggendo i decreti di scioglimento dei comuni per infiltrazione mafiosa si compone il mosaico della “Cemento Spa”, che in dieci anni ha realizzato circa 60.000 case abusive, pari a oltre nove milioni di metri quadrati di superficie cementificata. Un assegno in bianco da mettere nella cassaforte dei clan e una manna per i colletti bianchi del mattone. I numeri delle forze dell’ordine sono un’ulteriore conferma: con 838 reati accertati (oltre il 15% del totale nazionale), 952 persone denunciate e 300 sequestri, la Campania guida la classifica nazionale dei reati legati al ciclo del cemento. La provincia di Napoli, con 350 infrazioni,4 06 denunce e 199 sequestri detiene la leadership assoluta. Segue Salerno con 203 infrazioni,  238 denunce e 54 sequestri. Terza la Provincia di Avellino con 159 infrazioni , 189 denunce e 16 sequestri. Chiudono la provincia di Caserta con 77 infrazioni, 79 denunce e 22 sequestri e Benevento con 49  sequestri, 40 denunce e 9 sequestri.

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