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MONDRAGONE – Caso Mandara, il riesame scarcera l’imprenditore. Labocetta (FI): nei confronti di Giusppe Mandara una tortura giudiziaria

CAMORRA: MESSE IN VENDITA MOZZARELLE CON FRAMMENTI CERAMICA

MONDRAGONE –  Il Riesame revoca gli arresti al “re della mozzarella”. Si tratta dell’imprenditore Giuseppe Mandara, accusato di aver realizzato il suo impero economico grazie al denaro messogli a disposizione dal boss della camorra di Mongradone, Augusto La Torre, oggi collaboratore di giustizia .  “Il re della mozzarella”, Giuseppe Mandara, arrestato nelle scorse settimane con l’accusa di associazione camorristica, e’ stato scarcerato questa mattina su disposizione del Tribunale del Riesame. I giudici della decima sezione, presidente Montefusco, hanno infatti annullato la misura cautelare. Accolta, dunque, la tesi del difensore di Mandara, avvocato Vittorio Guadalupi, secondo il quale l’ordinanza notificata all’imprenditore nelle scorse settimane si basa quasi interamente sugli stessi elementi della precedente misura cautelare notificata a Mandara due anni fa e, a sua volta, annullata. Secondo l’accusa l’imprenditore aveva realizzato il suo impero economico grazie al denaro messogli a disposizione dal boss della camorra di Mongradone, Augusto La Torre, oggi collaboratore di giustizia.

Laboccetta (FI): Mandara sottoposto a tortura giudiziaria: «Se c’è qualcosa che assomiglia alla tortura in Italia, la sta provando Giuseppe Mandara».  A dirlo è Amedeo Laboccetta, vice coordinatore regionale di Forza Italia, commentando la revoca della misura cautelare a carico del “re della mozzarella”. «Due arresti nel giro di due anni per le stesse accuse e altrettante scarcerazioni per le medesime motivazioni sono uno scempio giudiziario – ha aggiunto Laboccetta –. Non si tratta di essere colpevolisti o innocentisti, ma di avere l’onestà intellettuale di ammettere che il ricorso sistematico al carcere preventivo è un’aberrazione».  «Ho incontrato Mandara questa mattina, subito dopo aver appreso la notizia della sua liberazione – ha continuato Laboccetta –. Gli sono amico da una vita: so che è una persona perbene. Un uomo onesto e un imprenditore eccezionale che è riuscito, da solo, a trasformare un piccolo caseificio in una realtà commerciale internazionale. L’ho trovato molto provato: è stato sottoposto a una prova durissima, ma credo che avrà ancora voglia di combattere per dimostrare la sua totale innocenza. Una innocenza che è riscontrabile negli atti giudiziari, ma che viene inquinata dalle dichiarazioni di sedicenti collaboratori di giustizia».  «Spero solo che questo sacrosanto provvedimento del Tribunale del riesame – ha concluso Laboccetta – non inneschi una spirazione di ricorsi e impugnazioni che rischierebbero di render ancor più dolorosa questa drammatica vicenda umana e professionale che si trascina, ormai, da vent’anni seguendo sempre il solito, stanco copione».

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