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ESAME DI STATO 2023: LA VALUTAZIONE DELLE COMPETENZE DI EDUCAZIONE CIVICA

Caserta / Piana di Monteverna – Dal 21 giugno 2023 partiranno gli esami di Stato per il secondo ciclo. Terminate le prove scritte, dalla prossima settimana si passerà al colloquio orale che riguarderà anche l’insegnamento dell’educazione civica.  Il fine della prova orale sarà quello di comprendere meglio le potenzialità e le predisposizioni del ragazzo in base alle scelte future, e per questo i commissari punteranno molto sulla interdisciplinarietà in un colloquio pacato e positivo, lo ha affermato il Ministro Valditara nei giorni scorsi, il quale ha precisato che dal colloquio dovranno emergere i collegamenti e gli stimoli che il ragazzo è riuscito a coltivare nei cinque anni di percorso. La temuta prova orale non consisterà, pertanto, in un’interrogazione sulle singole discipline ma in un dialogo con la commissione in cui, partendo da uno spunto, bisognerà dimostrare di saper collegare tra loro le varie discipline, compresa l’educazione civica. Per quest’ultima non ci sarà una parte specifica, però, come spiega una faq pubblicata sul portale del Ministero dedicato all’Esame di Stato: “ Nel corso del colloquio, il candidato deve dimostrare di aver acquisito le competenze e le conoscenze previste dalle attività di Educazione Civica, come descritte all’interno delle singole discipline. Le tematiche relative a questo insegnamento possono essere trattate in qualsiasi fase del colloquio”. Dunque, ogni momento è quello buono per manifestare il possesso delle competenze richieste, convergendo sugli argomenti declinati all’interno del curricolo d’istituto e facendo riferimento alle proprie esperienze maturate in ambito scolastico o extrascolastico. Il carattere trasversale dell’insegnamento di educazione civica rende tale disciplina pienamente compatibile con le suddette modalità di svolgimento della prova orale dell’esame. E’ utile ricordare che l’educazione civica, resa obbligatoria negli istituti di ogni ordine e grado dalla legge n. 92/2019, prevede un proprio voto, deve coprire almeno 33 ore in un anno scolastico e ruota intorno a tre nuclei tematici principali: “Costituzione, diritto (nazionale e internazionale), legalità e solidarietà”“Sviluppo Sostenibile, educazione ambientale, conoscenza e tutela del patrimonio e del territorio” “Cittadinanza Digitale”.

La prospettiva trasversale dell’insegnamento di educazione civica 

(Linee guida emanate con decreto ministeriale n. 35 del 22 giugno 2020)

La trasversalità dell’insegnamento offre un paradigma di riferimento diverso da quello delle altre discipline. L’educazione civica, pertanto, supera i canoni di una tradizionale disciplina, assumendo più propriamente la valenza di matrice valoriale trasversale che va coniugata con le discipline di studio, per evitare superficiali e improduttive aggregazioni di contenuti teorici e per sviluppare processi di interconnessione tra saperi disciplinari ed extradisciplinari.  Nel prossimo futuro, come è noto, potrebbe entrare a far parte del curricolo di educazione civica anche l’educazione finanziaria, considerato che nello scorso mese di aprile il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge Competitività con cui si introduce la finanza nel percorso formativo degli studenti. In verità, sul sito ministeriale dedicato all’educazione civica, già da tempo, nella sezione link utili è possibile collegarsi al portale dell’educazione finanziaria www.quellocheconta.gov.it , a dimostrazione che la diffusione della cultura economica e finanziaria è ritenuta ormai di fondamentale importanza nel percorso formativo degli studenti.

nota a cura del prof.  Giustino Castellano
Docente di scienze giuridiche ed economiche,
Referente di educazione civica ed esperto di Educazione Finanziaria
Liceo Classico “P. Giannone” di Caserta

 

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