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CASERTA – Crac Contemporaneo Caffè, i fratelli Crisci lunedì davanti al giudice

Caserta  (Maria Giovanna Pellegrino) – Crac al Contemporaneo Caffè, il gip Caparco del tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha fissato per lunedì, a mezzogiorno, gli interrogatori dei fratelli Gerardo e Alessandro Crisci, finiti venerdì scorso agli arresti domiciliari per il pericolo di inquinamento delle prove. Contestualmente alla notifica della misura restrittiva   a carico dei due soci Crisci, il pubblico ministero Antonella Cantiello, titolare delle indagini, ha notificato a tutti gli indagati la chiusura stessa dell’inchiesta. Sotto sequestro resta il Caffè che potrebbe servire nell’indomani a far recuperare ai creditori i soldi spariti.  Per quanto riguarda l’interrogatorio di garanzia, i due vip della movida casertana difesi dagli avvocati Bernardino Lombardi ed Antonello Fabrocile del foro di Santa Maria Capua Vetere, potrebbero avvalersi della facoltà di non rispondere dinanzi al giudice. Le posizioni di Gerardo Crisci e Mario Di Sparano, l’altro socio per il quale vi è stato il rigetto dell’arresto da parte del Gip, appaiono le più complicate e gravate dai fatti. Al centro dell’inchiesta, condotta dalla Guardia di Finanza, vi è una bancarotta di 500mila euro. Soldi distratti attraverso il passaggio di varie società intestate a prestanomi di famiglia. I due germani insieme a Di Sparano altro non avrebbero fatto che realizzare una serie di società attraverso le quali hanno fatto sparire in varie tranche i soldi lasciando così a mani vuote i creditori. La vicenda ha travolto anche Nello Albero che da Di Sparano aveva rilevato delle quote societarie ed anch’egli egli risponde di concorso in bancarotta, perché avrebbe permesso a Di Sparano e ai Crisci di effettuare passaggi di capitali. Coinvolti anche un funzionario ed un impiegato di banca di Caserta: Carmela Natale e Gaetano Cioffi. L’accusa per loro è di riciclaggio per aver avallato il passaggio di soldi attraverso bonifici bancari. Secondo la tesi del pm tutto il sistema cartario sarebbe stato sapientemente organizzato dal commercialista Giuseppe Balbi, anch’egli inquisito così come l’avvocato Antonio Chiummariello, il civilista di Gerardo Crisci. Per l’affaire Contemporaneo secondo le accuse i Crisci avrebbero utilizzato anche delle teste di legno. Per questo motivo si trovano indagati anche Valeria Di Sparano, figlia di Mario alla quale risultano intestati svariati bonifici, e Paola Masotti, moglie di Gerardo Crisci titolare di società.

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