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VAIRANO PATENORA – Casale Cantelmo e lottizzazione Limatelle, scatta la denuncia. Il caso finisce sul tavolo della Procura

VAIRANO PATENORA – Casale Cantelmo e lottizzazione Limatelle, scatta  la denuncia e il caso finisce sul tavolo della Procura. L’esposto denuncia, molto dettagliato e ricco di nomi e di circostanze, capace di evidenziare una serie di intrecci, parte dal fatto che “il P.d.L. è piano urbanistico esecutivo, quindi, dettagliato ai fini della sua attuazione ed in relazione alla specifica destinazione della zona, per cui deve conformarsi alle norme, prescrizioni e previsoni dello strumento urbanistico generale, del quale costituisce applicazione, senza possibilità di sua deroga o modifica. Nella specie, trattasi di lottizzazione obbligatoria, essendo il Comune di Vairano Patenora fornito di P.R.G. che prevede per la zona “D” in questione l’edificazione di impianti produttivi artigianali o di commercio all’ingrosso. In particolare si è proceduto al completamento del lotto E, facente capo all’odierno Sindaco Cantelmo, e qui va anzitutto evidenziato che, circa le opere di urbanizzazione primaria, a vista, non risultano realizzate strade residenziali; spazi di sosta e parcheggi al di fuori dei parcheggi privati prescritti dall’art. Al-sexies L.U.; pubblica illuminazione; spazi di verde attrezzato (anche se la lottizzazione è industriale e non residenziale)”. L’esposto rappresenta al magistrato che “le norme tecniche di attuazione al vigente P.R.G. per la zona D, nell’ambito della quale insistono gli immobili del Sindaco Cantelmo, prescrivono che le zone DRP sono destinate esclusivamente a nuovi impianti produttivi di tipo artigianale e ad attività commerciali all’ingrosso per un numero di addetti non inferiore a 5 e non superiore a 50. Il completamento del lotto E del piano in questione ha visto un collaudo parziale da parte del responsabile ufficio tecnico comunale  circa l’esatta esecuzione delle opere di urbanizzazione, mentre successivamente, a seguito dei cambi di destinazione d’uso del capannone e del “Casale Cantelmo”, il medesimo responsabile U.T.C, ha rilasciato anche i certificati di agibilità. Relativamente al capannone di recente costruzione, vi è stato un primo cambio di destinazione d’uso, essendo state allocate, al piano terra, una media struttura di vendita (ipermercato) e, al primo piano, una palestra; mentre, relativamente ad un adiacente vecchio fabbricato rurale, successivamente denominato “Casale Cantelmo”, insistente sulla medesima area della cennata lottizzazione, vi era stata una iniziale autorizzazione a catering, rilasciato alla fittuaria: attività limitata alla esclusiva preparazione di cibi da asportare, conformemente alla destinazione artigianale di zona. In data 30/4/2009 il dott. Bartolomeo Cantelmo (non ancora Sindaco di Vairano), presentava per il tramite del proprio tecnico di fiducia, geom. Pasquale Di Sisto, una prima richiesta di cambio di destinazione d’uso (doc. 3) dei locali a piano terra del “Casale Cantelmo” da attività di catering a vera e propria attività di ristorazione. Detta richiesta gli veniva rigettata perché non conforme alla lottizzazione ed alla destinazione urbanistica di zona. Lo scorso mese di novembre 2012, quando Cantelmo era ormai Sindaco di Vairano, la  conduttrice del “Casale Cantelmo” presentava una Scia modificando così, di fatto, la  destinazione d’uso del fabbricato rurale. Tanto  l’ufficio comunale Commercio che il responsabile U.T.C., serbavano il silenzio dimodoché decorreva il termine di legge per poter annullare la Scia.  In tal modo si è posta in essere una condotta in violazione dell’art. 10, co. 2, d.P.R. 380/2001 in comb. disp. con l’art. 2, co. 1, lett. f), della Legge regionale 28/11/2001 n. 19 integrata con modificazioni dalle successive LL.RR. 22/12/2004 n. 16, 30/1/2008 n. 1 e 27/1/2012 n. 1. In pratica l’art. 10, co. 2, d.P.R. 380/01 ha stabilito, riprendendo dalla L. 23/12/1996 n. 662, all’art. 2, co. 60, che ha modificato l’ultimo comma dell’art. 25 della L. n. 47/1985: “Le Regioni stabiliscono con legge quali mutamenti connessi e non connessi a trasformazioni fisiche dell’uso di immbili o di loro parti, sono subordinati a permesso di costruire o a denuncia di inizio attività. La Regione Campania ha dato esecuzione al citato art. 10, co. 2, TUEd con l’art. 2, co. 1, lett. f), L.R. 28/11/2001 n. 19 e s.m.i. che, in proposito, così testualmente prescrive: ” f) i mutamenti di destinazione d’uso di immobili o loro partì, che non comportino interventi di trasformazione dell’aspetto esteriore, e di volumi e di superfici; la nuova destinazione d’uso deve essere compatibile con le categorie consentite dalla strumentazione urbanistica per le singole zone territoriali omogenee;” La zona territoriale omogenea (D) non consentiva – e non consente – l’allocazione diverse da quelle previste dalle Norme tecniche dì attuazione per l’anzidetta zona D, per cui è escluso il commercio al dettaglio ovvero di somministrazione al pubblico di cibo e bevande (ristorazione). Tuttavia, malgrado il chiaro disposto normativo, si è proceduto con una Dia (per il capannone) e con una Scia (per il “Casale Cantelmo”) ad una nuova destinazione d’uso degli immobili di proprietà Cantelmo non compatibile con la categoria consentita dalla strumentazione urbanistica per la zona territoriale omogenea “D” che stabilendo che “Le zone DRP sono destinate esclusivamente a nuovi impianti produttivi di tipo artigianale e ad attività commerciali all’ingrosso …” pone nell’avverbio esclusivamente il divieto di attività diverse da quelle esplicitamente consentite, con ciò sancendo – nell’attuato mutamento di destinazione d’uso – un illecito passaggio tra categorie funzionalmente autonome e, quindi, distinte e non compatibili tra loro dal punto di vista urbanistico. Vi è stato, dunque, l’uso deviato di strumenti legali (Dia e Scia) per perseguire e conseguire con la complicità dei dipendenti comunali responsabili dei competenti servizi, risultati difformi dalla lottizzazione autorizzata attraverso relazioni tecniche di parte che hanno falsamente asseverato la conformità urbanistica degli immobili Cantelmo con la destinazione di zona e le norme dello strumento generale.  Ma quel che è più grave è che la Scia presentata a novembre 2012 è stata assentita quando l’ufficio di Sindaco di Vairano era ricoperto dal proprietario dei suddetti immobili in concorso con funzionari comunali e tecnici di parte”.

Questa, in sintesi, la denuncia inoltrata alla Procura della Repubblica, ora sarà compito della magistratura capire a fondo la questione per assegnare eventuali responsabilità. Per ora, quindi, si tratta di una normale denuncia  di una parte.

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