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Pietramelara: abbandonata l’area di culto di Seiano

PIETRAMELARA – Il complesso sacro di Seiano, lungo le pendici del Montemaggiore, nel territorio di Pietramelara, – secondo alcuni studiosi dell’archeologia – rappresenta, per grandezza, uno dei più importanti di tutta l’Italia Sannita. Peccato che, ancora oggi, esso, resti nell’abbandono più totale. Soprattutto colpisce il fatto che quella struttura resti al di fuori di qualsiasi circuito turistico. Uno stato che contrasta con le “chiacchiere” sull’importanza di sviluppare turismo sfruttando quelle che sono le locali ricchezze storiche. Invece, quando poi, si tratta di passare ai fatti, ci si rende conto che la realtà è ben lontana dalle belle parole. E’ quello che capita a Pietramelara e precisamente al sito archeologico conosciuto come “le grotte di Seano”. In realtà, con questo nome, si indica una importantissima e vastissima area di culto fondata durante la civiltà sannita. Il nome Seano deriverebbe dal villaggio, all’epoca, collocato a valle, fra i comuni di Riardo e Pietramelara. Essa è circondata, per tutto il suo perimetro, da mura megalitiche, formate cioè da grossi blocchi di pietra squadrate sovrapposti ad incastro, ancor oggi chiaramente visibili in molti punti dove raggiungono un’altezza di circa due metri. E’ ancora più chiaro ed evidente il piano del templio principale anche se quasi tutte le colonne che reggevano il tetto sono andate perdute ed in alcuni casi utilizzate, durante i secoli, per costruire case giù nella valle. Il tempio principale è vastissimo ed occupa circa mille metri quadrati. Incantevoli e quasi intatti sono i sotterranei di questa costruzione costituiti da una serie lunghissima di gallerie a volta. Sicuramente in passato, a detta di numerosi studiosi, erano usati per ospitare sementi e viveri d’ogni genere e come cisterne. Inoltre è ancora perfettamente intatta, nonostante i 2500 anni d’età, una costruzione di cui si conserva perfettamente il primo livello compreso il primo solaio. Negli anni passati le autorità per i beni archeologici si sono interessate al sito ma, dopo qualche sopralluogo, tutto è restato così com’era. Potrebbe rappresentare un grosso volano per il turismo di tutta la zona che potrebbe contribuire alla nascita di diversi posti di lavoro.

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