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ALFEDENA – Marzano Appio – Religione e tradizione popolare: falò di Sant’Antuono e la benedizione degli animali

Alfedena (di Nicolina Moretta) – Festa di Sant’Antonio Abate, protettore degli animali, meglio conosciuto come Sant’Antuono. Ad Alfedena ci sono tre gradi sotto zero ed è nevicato, ma il clima di festa è palpabile. In ogni via del paese sono già pronti uno e talvolta due falò alti anche quattro, cinque, sei metri. Nell’ora prima dell’imbrunire gli uomini del paese si danno un gran da fare per accendere i falò che adornano le vie. Dopo le 18.00, finita la Santa Messa, il parroco uscirà dalla chiesa con la statua del Santo ed i fedeli in processione. Allora i falò dovranno essere tutti accesi e pronti con le loro fiamme a lasciarsi modellare dall’abbraccio del vento, che nell’inutile tentativo di cingerlo a sé, scaturirà in vortici di rosse scintille, che metteranno in fuga momentanea i turisti più audaci, che si erano avvicinati troppo al fuoco e che lestamente si riavvicineranno, appena il vento avrà cambiato di nuovo il suo abbraccio. Il parroco con il suo seguito esce dalla chiesa e benedice gli animali: cavalli, muli, maiali e cani, molti cagnolini. Poi per le vie la benedizione dei falò. Ogni falò una sosta, ogni sosta una benedizione, e se vicino al falò c’è un cane, il parroco dopo aver benedetto il falò, benedice anche il cane. Quando la processione finisce, si anima la vera e propria festa popolare. I falò sono in piena attività, ma hanno anche prodotto tanta brace, la brace che viene utilizzata per arrostire le carni che finiranno sulle tavolate allestite, nonostante la temperatura, all’aperto. Tavole che già ospitano i piatti tipici preparati dalle donne: cazzarelli e fagioli e cotiche e fagioli. Non manca il vino che dà un notevole aiuto a non sentire il freddo. E’ notte fonda nel Parco Nazionale dell’Abruzzo, ma ancora si balla e si canta nelle vie d’Alfedena, e le donne che indossano costumi storici popolari, sembrano davvero appartenere ad un altro tempo.