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FAICCHIO – Cava abusiva e rifiuti pericolosi sepolti, sei denunciati. Ora si cercano i “clienti” fra le imprese della zona

FAICCHIO – Estrazione, senza le necessarie autorizzazioni, di materiale sabbioso utilizzato nel settore delle costruzioni. La Guardia di Finanza di Solopaca nell’ambito dei servizi finalizzati alla tutela ambientale ed al contrasto delle irregolarità nell’esercizio delle attività estrattive, ha sottoposto a sequestro tre distinte aree, interessate dagli scavi, per una superficie di circa 60.000 metri quadrati complessivi, sulle rive del torrente Titerno, nel Comune di Faicchio (BN). I sigilli sono scattati in località Cannaulino e Madonna delle Grazie. Oltre alle aree sono stati sequestrati gli impianti di lavorazione e 11 mezzi meccanici utilizzati per l’estrazione ed il trasporto del materiale. I responsabili, sei persone, tre titolari delle ditte coinvolte nonché tre operai, sono stati denunciati a piede libero. I soggetti sono stati sorpresi all’alba, intenti a lavorare nei siti da cui stavano estraendo il materiale, in totale assenza di qualsiasi autorizzazione necessaria per l’esercizio della specifica attività. Secondo quanto emerso da successivi accertamenti, condotti in collaborazione con personale dell’Arpac e Genio Civile di Benevento, le aree erano interessate da una importante attività di scavo fino ad una profondità di oltre 6 metri; inoltre sono stati individuati accumuli di materiale inerte di origine fluviale e non, materiale di scarto di lavorazione riconducibili ad attività di costruzioni e demolizioni edili (conci di cemento armato, mattoni in cemento, mattonelle ecc.) che erano in procinto di essere interrate. Nella stessa area sono stati individuati voluminosi cumuli di scarto di lavorazione del marmo, oltre a depositi di autocarri fuori uso non bonificato, lastre di ferro accoppiato a schiuma di poliuterano espanso ridotto in frantumi e traverse ferroviarie, tutto materiale in procinto di essere interrato. L’area, inoltre, è stata ispezionata in modo più approfondito, attraverso la realizzazione di alcuni pozzetti ispettivi eseguiti a mezzo di una escavatrice, è si è scoperto che lungo la sponda del torrente sono stati sversati diversi quantitativi di rifiuti speciali, sui quali sono in corso ulteriori analisi dell’Arpac di Benevento. La pratica dello sbancamento abusivo che poi veniva camuffato e ricolmato con materiale di scarto e rifiuti speciali, ha causato danni all’ecosistema fluviale del Titerno, alterandone le sponde e determinando un abbassamento dell’alveo che rischia di esporre le zone circostanti al rischio inondazione. Le indagini sono tutt’ora in corso per ricostruire il percorso del materiale estratto, individuare gli acquirenti e valutare il volume d’affari dell’operazione illegale Il valore complessivo dei beni sottoposti a sequestro ammonta a circa 1 milione di euro.

 

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