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Fabrizio Pepe

PIEDIMONTE MATESE – Mancano i testi, il processo a carico di Pepe, Cappello e Ferrante slitta a settembre

PIEDIMONTE MATESE – Concussione e abuso di potere,  il processo a carico di importanti politici matesisini slitta a settembre. Oggi era in programma una nuova udienza, ma a causa dell’assenza dei testimoni, il giudice è stato costretto a rinviare tutto al prossimo mese di settembre. Su Fabrizio Pepe, presidente della Comunità Montana del Matese, Piero Cappello – ex presidente Asi di Caserta – e l’ex assessore Antonio Ferrante pensono vari capi di imputazione. Le accuse, a vario titolo, vanno dall’abuso di potere alla concussione. Secondo l’accusa, Fabrizio Pepe, avrebbe abusato dei suoi poteri di presidente della Comunità Monta­na; con l’accusa di concussione sarebbero finiti sotto processo anche Antonio Ferrante – ex assessore del Comune di Piedimonte di Matese – e Piero Cappello, all’epoca dei fatti assesso­re dell’Ente matesino e fratello del primo cittadino di Piedimonte Matese, Vincenzo Cappello. Secondo la Procura, Pepe, quale presidente della Comunità Montana del Matese, avreb­be indotto un imprenditore aggiudicatario del­l’appalto relativo ai lavo­ri di ripristino e adegua­mento della strada Zappinelli-Cisterna ad acquistare mobili per l’arredamento della casa di un’altra persona. Pepe, per il magistrato, avrebbe approfittato della debolezza dell’im­prenditore che ancora non aveva sottoscritto il contratto con l’Ente per le opere a lui aggiudica­te, ingenerando con un ingiustificato temporeg­giamento il timore che potessero insorgere pro­blemi in relazione alla conclusione dell’iter procedimentale per il defini­tivo affidamento dei lavori. La richiesta sarebbe stata formulata come prestito, ma in realtà, secondo il magi­strato, sarebbe stata fina­lizzata ad ottenere il mobilio poiché, dopo la dazione, non venne restituito l’importo speso. Agli atti della Procura, tutta­via, ci sarebbero anche altri due episodi. Sempre in virtù del suo ruolo amministrati­vo, Pepe avrebbe anche indotto un operaio, incaricato dal Comune di eseguire alcuni lavori presso l’area di stoccaggio rifiuti, ad effettuare opere all’interno di una sua abita­zione nel centro storico della città senza, poi, pagare per le prestazioni ricevute. Anzi, secondo la Procura, Pepe avrebbe affermato che il dovuto gli sarebbe stato fatto recupera­re addebitando la spesa al Comune. Ferrante e Cappello, invece, sono accusati di aver costretto, nell’estate del 2006, lo stesso ope­raio, titolare dei lavori presso l’area di stoc­caggio, a promettere loro che avrebbe man­dato via una ditta per assumerne un’altra.

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un commento

  1. Però sono “COESI”.