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Caserta: sotterfugi legali, affaristi e incompetenza amministrativa

CASERTA (di Nando Silvetri) –  Parafrasando l’espressione dell’intramontabile Totò in un celebre film sui falsari, è passato dalla “parte del ragioniere Casoria” il Comune di Caserta. Questi i condivisibili commenti esternati da addetti ai lavori, avvocati e professionisti in merito ad un documento ufficiale firmato dal signor Biondi, dirigente del settore patrimonio dell’ente municipale. Egli scomoda addirittura la lettera maiuscola per enfatizzare la qualifica di “dirigente”. Forse perché la tendenza dominante del Comune di Caserta è quella delle ostentazioni vuote e slabbrate attigue al fanatismo di matrice sottoculturale. Del resto, è il caso di rammentare ai lettori, che il Comune di Caserta è l’unico comune d’Italia in cui si redigono atti ufficiali contenenti la parola “bibblioteca”. Il signor Biondi si qualifica come ingegnere ma arranca nella lettura delle norme così come i suoi consiglieri e suggeritori. Biondi ha sottoscritto un atto ufficiale (viziato e annullabile) contenente la “disdetta di un contratto di locazione e un ordine di sfratto a decorrenza immediata” invocando strumentalmente un fittizio articolo di legge, la legge 431 del 1998. Secondo il dirigente comunale in oggetto il locatore potrebbe recedere dal contratto di locazione per “gravi motivi” senza tenere conto che, il sesto comma dell’articolo 3 della legge in oggetto attribuisce tale diritto unicamente al conduttore, ovvero all’inquilino, non al locatore come egli scrive. Con questo puerile e stucchevole artifizio interpretativo il Comune di Caserta ha appena inviato un’intimazione di sfratto all’Associazione Anziani di Rione Tescione ospitata da anni nei locali del Comune previo regolare contratto di locazione rinnovatosi tacitamente sino al 10 maggio 2016, per il quale l’ente comunale ha addirittura incassato tutte le mensilità dell’anno in corso in via anticipata.  E’ certamente facoltà del Comune recedere dal contratto di locazione in anticipo per motivi di forza maggiore, ma tale opzione è sottesa alla necessità inderogabile di rispettare scadenze trimestrali per quanto concerne l’invio della disdetta. Inoltre le cause eccezionali che giustificherebbero un recesso  urgente dovrebbero essere per legge opportunamente e dettagliatamente documentate a suon di carte e certificati da esibire al conduttore. Carte che né il Comune di Caserta né il signor Biondi hanno sinora approntato. Forse perché non esistono altro che chiacchiere ed interessi. Sta di fatto che peggio di tutti gli altri enti pubblici il Comune di Caserta si distingue per la sua abilità ad aggirare il diritto affondando furtivamente le mani nelle tasche di malcapitati, anziani e sprovveduti. Non ancora è pervenuto il parere del sindaco Del Gaudio privatamente informato dallo scrivente in ordine alla scabrosa faccenda. Ma non è prudente aspettarsi tanto da chi, spesso, non ha niente da dire e si circonda di persone spocchiose e poco preparate.

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