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VAIRANO PATENORA – Regolamenti ad personam e consigli comunali “saltati”, Moreno ai consiglieri: ecco le mie ragioni

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VAIRANO PATENORA – “Intendo replicare a spiacevoli affermazioni pronunciate da alcuni consiglieri comunali in occasione della discussione sullo schema di regolamento sullo scarico delle acque reflue industriali posto all’o.d.g. dell’ultima seduta di consiglio e, segnatamente, in merito alla mia nota informativa che il Suo giornale ha integralmente pubblicato nei giorni scorsi.  Da parte di alcuni, come dicevo, si è affermato che detta nota aveva toni intimidatori per cui si sarebbero sentiti minacciati dalle informazioni circa gli illeciti urbanistici commessi dal Sindaco nell’attuare, ad avvenuta scadenza, il capannone e le relative attività commerciali al dettaglio non consentite dalle prescrizioni di zona e dalla (scaduta) convenzione. Invero, mi sarei aspettato che i consiglieri avessero colto l’essenza delle informazioni ad essi fornite e si fossero meravigliati della gravità degli illeciti commessi dal loro sindaco anziché sentirsi minacciati non comprendo da cosa.
Ma tant’è!
Quello che posso dire è che se si sono sentiti minacciati possono anche denunciarmi dimodoché si potrà chiarire il tutto dinanzi alla competente Autorità Giudiziaria.
Passando alla discussione dell’argomento vorrei altresì precisare, per sgombrare il campo da possibili equivoci e inesattezze, che in una democrazia parlamentare l’unico sovrano è il Parlamento e non certamente un Consiglio comunale che, sebbene eletto, espleta funzioni meramente amministrative e deve operare conformemente a legge, quale organo di indirizzo e di controllo politico-amministrativo dell’Ente, secondo il disposto dell’art. 42 del D.Lgs. n. 267 del 2000 (TUEELL).
Inoltre, nessuno contesta ai consiglieri la libertà di esprimere le proprie idee politiche, ci mancherebbe, ma, a fronte di un quadro di illegalità tanto diffusa da me denunciato, la libertà del pensiero politico non c’entra assolutamente nulla. Anzi, a seguito della nota informativa, da me inviata a tutti i consiglieri comunali, sarebbe stato doveroso da parte di costoro sospendere ogni iniziativa – anche se si fosse trattato di un atto dovuto ex lege – riguardante il comparto lottizzatorio facente capo al Sindaco Cantelmo e trasmettere tutti gli atti alla Procura della Repubblica ed alla Procura regionale della Corte dei Conti affinché detti uffici giudiziari procedessero ai dovuti accertamenti.
In altri termini, i consiglieri comunali quando sono in assise sono pubblici ufficiali e, quindi, avendo avuto conoscenza di una denuncia circostanziata e comprovante gravissimi abusi quali:
a)      una lottizzazione abusiva, essendo stati gli immobili realizzati oltre il decennio di validità del PdL che è spirato il 25 luglio 2005;
b)     l’inesecuzione di essenziali opere di urbanizzazione primaria quali: rete fognante e impianto di depurazione, cessione gratuita al Comune di mq. 5360,74 di suolo per le aree standard, parcheggi pubblici, verde pubblico attrezzato, impianto di illuminazione della rete stradale e spazi destinati ad uso pubblico;
c)      il mutamento di destinazione d’uso degli immobili non destinati a vendita all’ingrosso ed immagazzinamento di prodotti industriali, artigianali e/o agricoli secondo la prescrizione di zona DPP e del PdL, ma destinati ad attività commerciale al dettaglio; anziché sentirsi intimiditi, avevano il preciso dovere di informare senza indugio la competente A.G..
Inoltre, il responsabile dell’UTC, geom. Ernesto Natale, aveva – ed ha – a sua volta il preciso obbligo di vigilare sulla realizzazione di dette opere di urbanizzazione e solo a seguito della loro esatta esecuzione avrebbe potuto procedere ad un collaudo definitivo che avrebbe dovuto riguardare, però, tutta l’area interessata dal piano e non solo il Lotto “E” facente capo al Sindaco Cantelmo.
Ed invece, il tecnico comunale non solo ha consentito e consente ancora che in quell’area si svolgano attività commerciali urbanisticamente non conformi alla destinazione di zona, ma ha anche proceduto ad un collaudo parziale attestando falsamente la conformità delle opere al progetto, il tutto ovviamente sempre per favorire il Sindaco Cantelmo.
A fronte di tale denunciato contesto – ripeto – di gravissima e diffusa illegalità, ho ritenuto informare i consiglieri comunale, i quali, lo ripeto, in veste di pubblici ufficiali hanno il dovere (e non la facoltà), non appena ricevono una notizia di reato, di trasmettere tutti gli atti (nella specie, del PdL Limatelle) alla Procura della Repubblica ed alla Procura regionale della Corte dei Conti e di sospendere ogni decisione che può riguardare beni appartenenti al Sindaco ed allocati nel comparto di riferimento, evidenziandosi che l’allontanamento del Cantelmo dall’aula consiliare all’atto della discussione dell’argomento posto all’o.d.g. [Regolamento per il rilascio delle autorizzazioni allo scarico delle acque reflue (industriali in zone) non servite da rete fognaria e l’annullamento all’art. 17 di tutte le eventuali precedenti norme e disposizioni emanate dal Comune in materia] è la dimostrazione più evidente e lampante che il tutto doveva essere approvato per favorirlo, ossia per sanare una situazione di illiceità che lo riguardava direttamente, e cioè l’impianto di depurazione realizzato solo a settembre 2014 in assenza di preventiva autorizzazione, in violazione dell’art. 124, comma 1, del D.Lgs. n. 152 del 2006 (T.U. dell’Ambiente).
E ciò è tanto più grave se si considera che il Sindaco aveva tentato di ottenere l’autorizzazione dalla Provincia di Caserta mediante la c.d. AUA (autorizzazione unica ambientale) all’uopo utilizzando un vicino confinante con il Casale Cantelmo per non apparire lui personalmente. Ma avendo ricevuto un diniego dalla Provincia si è subito dato da fare tentando l’approvazione del regolamento ad personam che gli avrebbe consentito di sanare l’impianto.
Il punto ora non è avere il parere di un esperto in materia, così come mi sembra sia orientato il consiglio, perché che le autorizzazioni allo scarico di acque reflue debbano passare dalle Provincie ai Comuni è pacifico da almeno un biennio. Il punto della questione è che qualsiasi decisione che in questo momento riguardi il comparto lottizzatorio di cui è proprietario il Sindaco Cantelmo è oggettivamente finalizzato a favorirlo.
Detto ciò, è consequenziale da parte mia portare all’attenzione delle competenti AA.GG. (Procura della Repubblica e Procura della Corte dei Conti) tutta la vicenda, peraltro già denunciata a luglio scorso, arricchendola questa volta dalla richiesta di verifica se nella condotta dei consiglieri dell’Ente che avranno approvato la sanatoria ovvero di quelli che, pur informati, abbiano omesso di inoltrare all’A.G. la notitia criminis, vi siano gli estremi dell’abuso d’ufficio e del favoreggiamento; ovviamente il mio esposto-denuncia riguarderà anche il segretario comunale – dott. Antonio Ciorlano – anch’egli pubblico ufficiale verbalizzante in sede di seduta del consiglio.
Ma non basta, perché presenterò esposto-denuncia anche contro i funzionari del Dipartimento Prevenzione dell’ASL CE/1 chiedendo di sapere come abbiano potuto esprimere il parere favorevole di competenza per attività commerciali (abusive) che per anni hanno scaricato acque reflue industriali provenienti dagli immobili di proprietà del Sindaco Cantelmo nel demaniale Rio Maltempo.
(avvocato Raffaele Moreno)

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