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CASERTA – La canapa e le nuove frontiere dell’economia casertana. Progetto pilota per Frignano, Sessa Aurunca e Vitulazio

canapa

CASERTA (di Nando Silvestri) – Le prospettive economiche di Terra di Lavoro e di gran parte del meridione d’Italia propongono sempre più esplicitamente aspetti tradizionali del settore primario in chiave innovativa, profilando così reali occasioni di valorizzazione del territorio e nuove opportunità lavorative. Come sempre tocca alle istituzioni farsi carico di questi segnali eloquenti e concretizzarne gli imminenti sviluppi uscendo definitivamente dalle logiche passive e dormienti che comunemente caratterizzano i governi locali. Nonostante i malanni e le ferite indelebili infertele dagli intrallazzi tra politicanti senza scrupoli e malaffare imperversanti sin dai lontani anni 50, è ancora la Terra a far parlare di sé e a venire incontro alle esigenze economiche dell’uomo moderno. Dopo il successo del vino casertano alla fiera di Verona e dopo il primato mondiale dell’olio biologico realizzato sapientemente nelle aziende agricole di Francolise (Caserta), nuovi stimoli di crescita animano l’economia locale e si incentrano precisamente sull’incentivazione della coltivazione della canapa promossa da un progetto pilota che interessa le città di Frignano, Sessa Aurunca e Vitulazio. Si è appena accennato agli enormi sviluppi e alle proficue applicazioni offerte dalla fibra che già i Fenici sceglievano per realizzare le vele che spingevano i loro veloci bastimenti. Difatti la canapa presenta un novero di utilizzi estremamente ampio e variegato che va dalla realizzazione di cosmetici a quella dei materiali plastici; dalla costruzione di materiali ad uso edilizio alla produzione di semilavorati industriali; dalla realizzazione di pregiati oli benefici per l’organismo umano in quanto ricchi di grassi insaturi a quella di prodotti tessili alternativi. In realtà dalla canapa si produce anche la carta con il beneficio di rinunciare all’inutile abbattimento degli alberi e la prospettiva di surrogare il petrolio e tutti i suoi derivati in una moltitudine delle suddette lavorazioni. Quello che pochi sanno è che la canapa è anche una materia prima ad elevata produttività e che in economia si caratterizza per i suoi “crescenti rendimenti di scala”. In termini pratici ciò si traduce in una resa in termini di biomassa ben 4 volte maggiore della superficie coltivata e non finisce qui. Infatti, grazie alle caratteristiche biologiche delle piante, la canapa si sviluppa  in tempi brevissimi assorbendo poche risorse energetiche e materiali durante la crescita con un conseguente notevole abbattimento dei costi di gestione e dei costi unitari definito tecnicamente “economie di scala”. Se si tiene anche conto dell’inutilità di prodotti chimici, fertilizzanti e diserbanti atti alla crescita della canapa per via delle attitudini chimico fisiche della stessa pianta a sottrarre luce e nutrimento alle erbacce limitrofe, si intende facilmente che ci troviamo di fronte ad un potenziale economico di siderale portata capace di trasformare Terra di Lavoro in un territorio realmente degno del suo nome. Un target raggiungibile peraltro con sforzi e spese davvero minime, vantaggiosi feedback di marketing territoriale e virtuosi riscontri occupazionali che, unitamente ad eccellenze e tipicità di elezione potrebbe conferire alla provincia di Caserta l’auspicio dello sviluppo sostenibile e, soprattutto, la dignità che inetti amministratori screanzati hanno sottratto impunemente nel tempo con il placet dei governi centrali e l’avallo di una democrazia insignificante.

 

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