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Carlo di Borbone e sua moglie Camilla Crociani

CIORLANO – La piazza di Torcino intitolata a Francesco II di Borbone, per non dimenticare il regno più illuminato d’Europa. Ci sarà anche Carlo di Borbone, erede al trono

Carlo di Borbone e sua moglie Camilla Crociani
Carlo di Borbone e sua moglie Camilla Crociani

CIORLANO.  Una piazza intitolata al Francesco II di Borbone, Re delle due Sicilie. La cerimonia fissata per il prossimo sabato, 17 maggio, alle ore 10e30.  La location è Torcino, e non poteva essere diversamente se si considera che fu riserva di caccia con annessa azienda agraria, che si estendeva su oltre mille ettari, proprio della famiglia reale borbonica. Alla cerimona sarà presente anche Carlo di Borbone, erede al trono delle due Sicilie, con sua moglie e la sua famiglia.  L’iniziativa, voluta dall’Amministrazione Comunale, con deliberazione di Giunta n. 48 del 14/09/2013, si inserisce nel quadro delle attività istituzionali che l’Ente, in occasione del restauro del Palazzo Municipale, ha intrapreso per mettere in risalto aspetti della propria storia dimenticata.
Facendo propria la proposta formulata dal Dott. Giuseppe Rocco Sileo, Cavaliere del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, convinto meridionalista e sincero estimatore dell’operato dei Borbone in Italia, l’Esecutivo ha inteso riaprire una pagina del proprio passato ricco di eventi che, nel contempo, esaltano anche il particolare valore paesaggistico ed ambientale di questo lembo di terra troppo spesso dimenticata.
In pratica, con un percorso che non si fermerà ‘all’evento programmato, si intende riscoprire le proprie peculiarità, attraverso la conoscenza storica dei personaggi che, nel passato, hanno lasciato il segno di una significativa presenza. Così il dono delle tenute di Torcino, da parte dei feudatari di Ciorlano, al Re Carlo III di Borbone, avvenuta ben oltre due secoli or sono, ha fatto nascere la “reale riserva di caccia” con annesso insediamento agricolo e, pertanto, umano che si estendeva per oltre 1.000 ettari, ancora oggi tenuti in vita, seppure in forme diverse, da una importante presenza abitativa e produttiva. L’occasione, allora, del rifacimento della Piazza di Torcino ed il restauro della Casa Comunale.
Carlo di Borbone nacque a Saint-Raphaël in Francia unico figlio maschio di Ferdinando, Duca di Calabria e di sua moglie Chantal de Chevron-Villette. Battezzato con i nomi di Carlo Maria Bernardo Gennaro, portò dapprima il titolo di Duca di Noto fino al 1973, quando alla morte del nonno Ranieri di Borbone-Due Sicilie suo padre divenne Duca di Calabria: da allora fino alla morte del padre ebbe titolo di Duca di Castro. Studiò presso i Fratelli Maristi a Tolone, in Francia, e presso il Collège Stanislas de Paris a Nizza; dopo l’università a Parigi passò tre anni a lavorare per una ditta di pubbliche relazioni a Manhattan. Alla morte del padre nel 2008 è divenuto pretendente al trono borbonico in concorrenza con il cugino Carlo Maria di Borbone-Due Sicilie: i suoi sostenitori affermano che con l’Atto di Cannes il principe Carlo Tancredi di Borbone-Due Sicilie rinunciò ai suoi diritti sulla successione al trono per sé e per i suoi figli, tant’è che questi sarebbero passati poi ai principi Ranieri e Ferdinando Maria, nonno e padre di Carlo. L’altro pretendente, l’Infante Carlo Maria di Borbone-Due Sicilie, nipote del principe Carlo Tancredi, è riconosciuto come duca di Calabria e Capo della Real Casa dei Borbone-Due Sicilie da Juan Carlos di Spagna, suo primo cugino.
Il duca di Calabria rivendica il Gran Magistero dell’Ordine Costantiniano di San Giorgio, del Reale Ordine di San Ferdinando e del Merito, dell’Insigne e Reale Ordine di San Gennaro, del Reale e Militare Ordine di San Giorgio della Riunione e del Reale Ordine di Francesco I, oltre ad essere insignito di svariate decorazioni ed ordini dinastico. Ha sposato nel 1998 l’ereditiera Camilla Crociani, figlia di Camillo Crociani, ex presidente e amministratore delegato della Finmecca

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5 commenti

  1. W IL NOSTRE RE’! A MORTE I SAVOIA E TUTTI I LORO SERVI GARIBALDINI E SIANO MALEDETTI PER SEMPRE I BERSAGLIERI PER LA STRAGE DI PONTELANDOLFO E CASALDUNI!

  2. Plaudo all’iniziativa. E’ necessario ricordare e far rivivere il nostro passato, non dimenticare che avevamo un regno illuminato che i Savoia hanno non distrutto ma massacrato. Spero che altri comuni prendano una uguale iniziativa e che altre strade e piazze siano intitolate ai Borbone. L’interlocutore precedente ha ricordato la strage fatta dai militari, comandati dal generale savoia, di Pontelandolfo e Casalduni. Di episodi simili se ne possono citare tanti, tutti non erano dettati da esigenze belliche ma da esigenze di saccheggi. Quindi rileggiamo la storia, però quella scritta dai vinti e non dai vincitori. La iniziativa di Ciorlano serve anche a questo

  3. questa non è retorica , ma cercare di restaurare, anche se ci vorrà del tempo, una verità storica che, condivisa DA TUTTI, porterà forse ad un italia migliore..

  4. O' RRE' NUOST!

    Maestà TORNI! Il regno ha bisogno della Sua presenza. Affileremo di nuovo le spade per stare al suo fianco. Solo che stavolta non abbiamo di fronte quelle pappemolli vigliacche effeminati e prezzolate dei savoia, abbiamo di fronte la feccia democristiana, socialista e comunista e i suoi sgherri armati camorristi. Torni Maestà, torni a guidare il Regno più luminoso del mondo e insieme andremo a pisciare sulle carcasse di: CIALDINI, FUMEL, CAVOUR, LOMBROSO, GARIBALDI (straccione) e impiccheremo i Savoia ad un faggio Matesino insieme alla merda politica che ha messo fine al loro esilio e con loro tutto il corpo dei bersaglieri. A meno che non chiedano perdono per le stragi, gli stupri di bambine meridionali, la tortura e la Distruzione di Pontelandolfo e Casalduni e per le migliaia di deportati al lager di Fenestrelle.

    W IL RE’….W CARMINE CROCCO! W I BRIGANTI! W NAPOLI! W IL REGNO DELLE DUE SICILIE!

  5. O' RRE' NUOST!

    Passeranno secoli, ma le belle donne del Sud continueranno a generare Briganti e veri uomini e non effeminati con la EVVE moscia (come il suo pisello) del cretino savoiardo.

    Ci vogliono mille piemontesi per fare un Brigante.