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PIGNATARO MAGGIORE – Furto di energia elettrica, arrestato imprenditore

PIGNATARO  MAGGIORE – Aveva creato  un sofisticato meccanismo con il quale riusciva a sottrarre energia elettrica all’Enel. Non tutta però. Solo l’ottantasei  per cento di quella che effettivamente consumava. E’ stato scoperto ed arrestato un 45enne di Pignataro Maggiore che gestisce un distributore di carburante lundo la statale Appia, nel territorio pignatarese. La furbata utilizzata da F.D. non ha tratto in inganno i carabinieri e i tecnici della società che gestisce la rete elttrica italiana. Dopo le formalità di rito, il 45enne è stato sistemato nelle celle di sicurezza della caserma pignatarese. Questa mattina stessa, a suo carico, si è svolto  il rito della direttissima per la convalida del fermo.
Per espressa previsione legislativa l’energia elettrica è da considerarsi cosa mobile a tutti gli effetti; pertanto l’utilizzo abusivo di energia elettrica, per mancanza di autorizzazione o comunque di regolare contratto con l’ente erogatore, attraverso la manomissione dei cavi conduttori o del contatore, può costituire reato punibile ai sensi dell’art. 624 c.p. La giurisprudenza della Suprema Corte ha affrontato in numerose occasioni il caso di utilizzo indebito di energia elettrica, mediante alterazione del contatore o allacciamento diretto alla fonte di energia, oscillando tra diverse interpretazioni talora assai discordanti tra loro.L’orientamento prevalente ed attuale è quello di considerare l’indebito utilizzo di energia elettrica, sia che avvenga tramite manomissione del contatore affinché faccia registrare un consumo minore, sia che risulti evitata qualsiasi registrazione di scatti, una fattispecie che integra gli estremi del delitto di furto, aggravato dal mezzo fraudolento ed eventualmente dalla violenza sulle cose, qualora vi sia materiale modificazione dei cavi conduttori o del contatore. L’aggravante del mezzo fraudolento, ai sensi dell’art. 625, comma II, si realizza anche quando l’allacciamento abusivo avviene attraverso un semplice mezzo “visibile”, non necessariamente occultato alla vista, in quanto trattasi di un artificio idoneo a trarre in inganno l’ente erogatore.

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