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LA STRAGE: 1000 morti sul lavoro in un anno

Per chi ha un’età compresa tra i 15 e i 24 anni, ad esempio, il rischio di morire sul lavoro è ben superiore rispetto ai colleghi che hanno un’età compresa tra i 25 e i 34 anni (25,3 infortuni mortali ogni milione di occupati contro i 15,7). In zona rossa nei primi undici mesi del 2023 con un’incidenza superiore al 25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 32,3 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori) sono: Abruzzo, Umbria, Basilicata, Molise, Puglia e Campania. In zona arancione: Calabria, Sicilia, Friuli Venezia Giulia e Piemonte. In zona gialla: Veneto, Emilia Romagna, Marche, Sardegna, Lombardia, Trentino Alto Adige e Liguria. In zona bianca: Lazio, Toscana e Valle D’Aosta.
Intanto, anche gli stranieri deceduti in occasione di lavoro da gennaio a novembre, sono 142 su 745. Con un rischio di morte sul lavoro che risulta essere più che doppio rispetto agli italiani, gli stranieri, infatti, registrano 59,8 morti ogni milione di occupati, contro i 29,1 italiani che perdono la vita durante il lavoro ogni milione di occupati.
Sono 968 le vittime sul lavoro in Italia, delle quali 745 in occasione di lavoro (+3,2% rispetto a novembre 2022) e 223 in itinere (-21,5% rispetto a novembre 2022). Ancora alla Lombardia va la maglia nera per il maggior numero di vittime in occasione di lavoro (123). Seguono: Campania (70), Veneto (69), Emilia Romagna (64), Piemonte (60), Puglia (57), Lazio (54), Sicilia (47), Toscana (31), Abruzzo (29), Umbria (21), Calabria (20), Marche (19), Friuli Venezia Giulia (18), Liguria (17), Sardegna (16), Trentino Alto Adige (14), Basilicata (10), Molise (5) e Valle d’Aosta (1). (Nel report allegato il numero delle morti in occasione di lavoro provincia per provincia). La fascia d’età numericamente più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è sempre quella tra i 55 e i 64 anni (272 su un totale di 745). Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro da gennaio a novembre 2023 sono 47, mentre 28 hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro. Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 142, mentre sono 38 quelli deceduti a causa di un infortunio in itinere. Il mercoledì risulta il giorno più luttuoso della settimana, ovvero quello in cui si sono verificati più infortuni mortali nei primi undici mesi dell’anno (20,2%).
Le denunce di infortunio totali sono in diminuzione del 16,8% rispetto a fine novembre 2022. Erano, infatti, 652.002 a fine novembre 2022, nel 2023 sono scese a 542.568. E il decremento risulta essere sempre maggiormente rilevante, come del resto nei mesi precedenti, nel settore della Sanità; lo scorso anno a fine novembre le denunce erano 80.256 mentre a fine novembre 2023 sono diventate 38.241. D’obbligo sottolineare anche questa volta come il decremento sia dovuto alla “quasi totale estinzione” degli infortuni connessi al Covid dalle statistiche. Anche dopo i primi undici mesi del 2023, il più elevato numero di denunce totali arriva dalle Attività Manifatturiere (70.161); seguono: Sanità (38.241), Costruzioni (34.237), Trasporto e Magazzinaggio (31.744) e Commercio (29.834).
Le denunce di infortunio delle lavoratrici italiane da gennaio a novembre 2023 sono state 191.686, quelle dei colleghi uomini 350.882.

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