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Regime forfettario: tutto quello che c’è da sapere su rimborso spese e tassazione

Il regime forfettario è un regime fiscale semplificato, introdotto in Italia a partire dal 2015 e pensato principalmente per agevolare i professionisti e gli imprenditori individuali con un fatturato annuo inferiore a determinati limiti, stabiliti dalla legge. Tali limiti sono soggetti a periodiche revisioni legislative e possono variare a seconda dell’anno di riferimento. Una volta scelto il regime forfettario, è possibile rimanervi per un periodo di cinque anni consecutivi. Durante questo periodo, il soggetto non può optare per un regime fiscale ordinario. Chi aderisce a questo tipo di regime, può godere di vantaggi non di poco conto, come ad esempio una tassazione agevolata, sebbene però, debbano rinunciare a qualche agio dal punto di vista del rimborso spese. Nei righi successivi verrà fornita una panoramica chiara per capire meglio il funzionamento di questo regime, valutando non solo gli aspetti positivi ma anche i limiti che presenta.

Come funziona la tassazione del regime forfettario

Come già anticipato, tra i punti di forza del regime forfettario è possibile individuare la tassazione semplificata. Nel regime forfettario, l’imposta sul reddito viene calcolata in modo semplificato, applicando un’aliquota forfettaria al reddito effettivo. Questo significa che l’imposta viene calcolata in base al volume di ricavi o compensi ricevuti, senza dover tenere conto delle spese effettivamente sostenute. Le aliquote forfettarie sono stabilite dalla legge e coprono tutte le imposte e i contributi previdenziali dovuti.

Vi sono però delle interessantissime condizioni agevolate per quanto riguarda l’aspetto della tassazione. Nel dettaglio, è bene indicare che:

  • I forfettari sono esenti IVA, ciò significa che i lavoratori che rientrano nel regime forfettario non devono riscuotere l’IVA dai loro clienti, né tantomeno presentare dichiarazioni periodiche. Questa semplificazione elimina la necessità di gestire e versare l’IVA, snellendo la contabilità per coloro che rientrano in questo vantaggioso regime. Inoltre, l’esenzione IVA permette alle imprese di non dover addebitare l’imposta sulle vendite ai propri clienti. Ciò può ridurre i costi complessivi per i consumatori finali, specialmente nel caso di beni e servizi di prima necessità. Di riflesso aumenta la competitività, poiché le imprese esenti dall’IVA possono offrire prezzi più bassi rispetto ai loro concorrenti che sono soggetti all’imposta. Questo favorisce la loro posizione di mercato e attira più clienti. L’esenzione IVA può essere utilizzata anche come strumento di politica fiscale per promuovere obiettivi sociali, come la riduzione delle disuguaglianze o la tutela dell’ambiente. Ad esempio, alcuni paesi esentano dall’IVA i prodotti ecologici o quelli legati alle energie rinnovabili per incoraggiarne l’utilizzo.
  • I soggetti che aderiscono al regime forfettario possono beneficiare anche di agevolazioni contributive, come la riduzione dei contributi previdenziali dovuti. L’aliquota contributiva applicata è generalmente inferiore rispetto ai regimi tradizionali, offrendo così un vantaggio economico ai contribuenti. In questo modo i lavoratori subiranno una pressione delle spese minore rispetto ad altri concorrenti, riuscendo così a ottimizzare i propri guadagni.

Essendo vantaggi non di poco conto, il regime forfettario ha requisiti specifici e non è adatto a tutte le attività o a tutti i professionisti. Prima di aderire a questo regime fiscale, è consigliabile consultare un commercialista o un esperto fiscale per valutare se è la soluzione più vantaggiosa per la propria situazione specifica.

Rimborso spese regime forfettario: quando è consentito?

Nel regime forfettario, le spese effettivamente sostenute non possono essere detratte dal reddito imponibile. Tuttavia, è possibile richiedere il rimborso di alcune spese specifiche attraverso il meccanismo del rimborso forfettario.

Il rimborso forfettario è limitato a determinate categorie di spese, che possono includere spese di viaggio, di vitto, di alloggio, di auto e di beni strumentali. Le spese devono essere sostenute per l’esercizio dell’attività professionale o imprenditoriale.

Per ciascuna categoria di spese ammissibili, è stabilita una percentuale forfettaria di rimborso. Questa percentuale varia a seconda del tipo di spesa e può essere diversa per ogni categoria. Ad esempio, per le spese di viaggio potrebbe essere previsto un rimborso forfettario del 10%, mentre per le spese di alloggio potrebbe essere del 5%.

Per ottenere il rimborso forfettario, è importante conservare la documentazione comprovante le spese sostenute. Questa documentazione può includere fatture, scontrini, ricevute o altri documenti che attestano l’avvenuta spesa. Una volta utilizzati, è consigliabile conservare tali documenti per almeno cinque anni.

È bene sapere che esiste un limite massimo di rimborso forfettario che può essere richiesto per ciascuna categoria di spese. Questo limite viene stabilito dalla legge e può variare a seconda del tipo di spesa. Ad esempio, per le spese di viaggio potrebbe essere previsto un limite di rimborso forfettario di 1.000 euro.

Il rimborso forfettario delle spese viene richiesto compilando la dichiarazione dei redditi annuale. Nella dichiarazione, è necessario indicare le spese sostenute per ciascuna categoria e calcolare il rimborso forfettario corrispondente.

Il rimborso spese, sarà quindi considerato un componente negativo del reddito complessivo, riducendo l’imponibile. Può rappresentare, quindi, un beneficio significativo per tutti quei professionisti e gli imprenditori individuali che operano nel regime forfettario.

È consigliabile consultare un commercialista o un esperto fiscale per ottenere informazioni specifiche in base alla propria situazione.

Quali rimborsi spese non sono concessi nel regime forfettario?

Nel regime forfettario, non sono concessi rimborsi spese per acquisti non documentabili. È importante conservare la documentazione comprovante le spese sostenute, così da poter richiedere il rimborso forfettario. Pertanto, le spese non documentabili, come quelle non supportate da fatture, scontrini, ricevute o altri documenti validi, non sono ammissibili per il rimborso.

Vi sono poi le spese non correlate all’attività professionale o imprenditoriale. Il rimborso forfettario riguarda esclusivamente le spese sostenute per l’esercizio dell’attività, pertanto, le spese personali o non direttamente connesse non possono essere rimborsate.

Da non considerare, anche le spese non incluse nelle categorie ammissibili, oppure quelle eccedenti i limiti di rimborso. Se le spese superano questi limiti, il rimborso sarà comunque calcolato solo fino all’importo massimo previsto e le spese eccedenti non saranno rimborsate.

In conclusione, è importante tenere presente che il regime forfettario è un regime fiscale semplificato, il cui obiettivo principale è ridurre la complessità amministrativa. Di conseguenza, alcune spese specifiche potrebbero non essere ammissibili. Invertire le spese concesse con quelle non concesse è un errore molto comune in chi non si lascia affiancare da un professionista contabile.

Per una valutazione dettagliata delle spese specifiche, è consigliabile infatti,  consultare esperti del settore tributario o fiscale, così da ricevere il giusto supporto e ottimizzare al massimo i rimborsi spesa.

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