PIETRAMELARA – Cinghiali, un flagello per gli agricoltori

PIETRAMELARA – Anche durante questa estate, come nelle altre precedenti, ritorna, per i coltivatori dell’area di Pietramelara, così come per i comuni limitrofi, il pericolo del cinghiale; un pericolo particolarmente avvertito per quelli che coltivano granturco. I cinghiali, per una serie di fattori contingenti hanno ormai acquisito l’abitudine, durante la stagione secca, di scendere sistematicamente nella piana per abbeverarsi e per nutrirsi. Nella montagne e sulle colline circostanti infatti, proprio durante l’estate, scarseggiano sempre più cibo e soprattutto acqua. Così interi nuclei di cinghiali, poderosi ed agili, durante la notte, invadono le campagne. La mattina seguente gli animali fanno rientro nella macchia lasciando alle spalle le tracce, evidenti, del loro passaggio. Sono “dolori” per gli agricoltori che, in una sola notte, possono anche perdere interi campi di granturco o di qualsiasi tipo di coltura appetibile ai cinghiali. Gli agricoltori sono furiosi perché i danni sono sempre molto consistenti e soprattutto nessuno mai li ripaga. Molti agricoltori si sono organizzati con dei fili elettrici, alimentati con delle batterie. Con questi circondano i campi nel tentativo di impedire che i cinghiali entrino nelle coltivazioni. Spesso questo trucco funziona ma quando il branco è affamato allora non c’è “scossa” che tenga: entrano lo stesso e divorano tutto. Bisogna sicuramente fare qualcosa sia per limitare i danni ai coltivatori e sia per proteggere questi animali. Unica soluzione possibile potrebbe essere il rimborso dei danni subiti, evitando così l’abbattimento abusivo di molti capi di cinghiali che oggi popolano ormai molte zone. Infatti la grande adattabilità, e la dieta onnivora permettono al cinghiale di essere presente praticamente in tutti gli ambienti naturali al di sotto del limite superiore della vegetazione arborea, purché ci siano boschi e macchie in cui nascondersi.