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PIGNATARO MAGGIORE – Politiche sociali, nasce centro diurno per minori

PIGNATARO MAGGIORE – E’ stato attivato il servizio Centro Polifunzionale Diurno per minori dai 6 ai 16 anni a Pignataro Maggiore, in attuazione del Primo Piano Sociale regionale, seconda annualità –  Piano Sociale di Zona.  Il piano di tutela e assistenza è coordinato dal Comune di Santa Maria Capua Vetere quale Ente capofila, Ambito Territoriale C5. Si tratta di un servizio che intende far socializzare i ragazzi e recuperarli sotto il profilo scolastico e, soprattutto, sociale attraverso attività ludico-ricreative.  I lavori saranno affidati a due operatori: l’educatore Baldassarre Giordano e l’operatrice Maria Rosaria Lombardi. Responsabile presso l’Ente di Pignataro Maggiore del piano di tutela dei minori sarà Anna Maria Riccio, assistente sociale dell’Ufficio Servizi Sociali del Comune pignatarese. Il servizio sarà attivo tutti i giorni dal lunedì al venerdì, dalle 15.30 alle 18.30 presso il plesso scolastico “Bosco” di Monteoliveto a partire da lunedì 15 aprile fino alla fine di luglio 2013. I genitori interessati, potranno recarsi presso l’Ufficio Servizi Sociali di Pignataro Maggiore per effettuare domande e registrazioni al centro diurno polifunzionale. Il Centro Diurno per Minori è una struttura a carattere semiresidenziale rivolta prioritariamente ai minori in carico ai Servizi Socio Assistenziali e Sanitari dell’area territoriale . Risponde alle esigenze di minori che si trovino in situazione di disagio socio ambientale, di ritardo scolastico, o a rischio di emarginazione e per i quali si ravvisi lanecessità di un supporto educativo e di un modello positivo che stimoli rapporti familiari e sociali adeguati scongiurandone l’allontanamento dal proprio nucleo. In casi particolari il Centro Diurno può fungere da supporto alrientro in famiglia di minori già precedentemente inseriti in Comunità. Il Centro Diurno si prefigura prevalentemente quale momento di prevenzione secondaria, in quanto il disagio, quasi sempre derivante da problematiche familiari all’ interno del nucleo di origine, o tra il nucleo e l’ambiente circostante, si è già manifestato.
Si colloca al fianco del nucleo familiare, coinvolgendolo nel progetto educativo, e prevede, attraverso una molteplicità di iniziative, l’attivazione di relazioni significative e maturative per il minore stesso. Affrontare oggi il tema delle politiche di Welfare significa innanzittutto partire da una considerazione basilare sulla necessità di comprendere e ridefinire i modelli di contratto sociale che cementano la coesione sociale delle nostre società locali. E’ importante perciò individuare e sperimentare modelli di integrazione delle politiche locali per garantire una buona capacità di
governance e favorire uno sviluppo armonico e sostenibile dei nostri territori.
L’evoluzione culturale e normativa in atto da alcuni anni ha teso a ridefinire il concetto stesso di politiche sociali. Gli ultimi anni hanno tracciato la strada di un profondo cambiamento, si sta passando,  non senza difficoltà e contraddizioni,  ad una concezione di welfare meramente assistenziale, riparativo e residuale, ad una che vede le politiche sociali come fattore essenziale di sviluppo per l’intero sistema locale; questo è un passaggio significativo che pone le basi per un welfare universale, plurale, partecipato ed esigibile, con poteri di responsabilità condivise al fine di promuovere le risorse della comunità, della società locale.
La crisi del vecchio modello di Stato Sociale non può risolversi nell’abbandono delle garanzie di difesa degli strati più deboli di popolazione, ma deve misurarsi con la necessità di creare nuove opportunità di crescita collettiva ed individuale. La coesione sociale appare sempre più non solo un segno distintivo e irrinunciabile di civiltà, ma anche uno straordinario fattore di competitività economica.
Dobbiamo rilanciare un concetto di solidarietà capace di supera
re l’idea di uno Stato sociale
residuale, marginale e solo per i più deboli o per i poveri, attraverso un processo di sviluppo sociale
che, al proprio interno, preveda il riconoscimento dei diritti di cittadinanza e la tutela degli interessi meno forti, nella convinzione che un ulteriore abbassamento della qualità sociale comporterebbe costi anche maggiori in termini sia economici che sociali.
Occorre tenere presente, però, che le reti di protezione sociale predisposte dal sistema delle politiche sociali nel nostro paese sono stata tradizionalmente rivolte a coprire in particolare alcune categorie di bisogni: prevalentemente le problematiche assistenziali e di esclusione sociale di un ridotto numero di anziani e minorenni con reti di sostegno familiari deboli o assenti e di persone portatrici di handicap fisici o psichici.

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