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TEANO – Presepe vivente nell’antico teatro, duro attacco di Balasco: è patrimonio dell’umanità e non di qualche politico locale

Teano – “I teanesi non amano il loro patrimonio culturale, lo usano solo. I teatro è patrimonio culturale dell’umanità e non di qualche politico locale”. Sono parole dell’architetto Alfredo Balasco irritato dalle affermazioni del sindaco Dino D’Andrea. Il professionista interviene dopo i concetti espressi – in una intervista rilasciata alla nostra testata – dal primo cittadino di Teano che punta l’indice contro i tentavi – a suo dire strumentali – di impedire lo svolgimento  del presepe vivente nel teatro romano. Balasco non usa mezzi termini:  “La verità dei fatti può fare male, ma essa rimane tale anche se la si vuole mascherare e alterare con dichiarazioni generiche e fuorvianti, tese ad accusare possibili untori che si siano opposti, quasi per divertimento, allo svolgimento della manifestazione del Presepe vivente nel Teatro Tempio di Teano. I fatti per la verità sono molto diversi, forti delle ragioni tutte tese a difesa di uno dei più importanti edifici da spettacolo dell’Italia antica e certamente non contro una manifestazione di natura religiosa che vede la sua rappresentazione all’interno del teatro. Chi pensa questo è palesemente in mala fede e cerca di nascondere la verità sulle reali intenzioni del recente intervento delle senatrici Margherita Corrado e Danila De Lucia, del gruppo Movimento 5 Stelle, componenti della Commissione permanente 7ª “Cultura”, che hanno posto l’attenzione sul grave stato di degrado che affligge alcune parti importanti del monumento, in particolare i preziosi marmi che decoravano l’imponente frontescena di età severiana. Allo stato attuale i marmi sono depositati, senza alcuna protezione, in un’area posta a sud est della cavea teatrale. Le colonne, i capitelli, le trabeazioni dell’edificio scenico, al momento della loro scoperta erano in perfette condizioni, tanto che sulle superfici lavorate dei blocchi erano perfettamente leggibili i segni degli strumenti utilizzati per la loro lavorazione, i tracciati geometrici per la loro messa in opera, le parti metalliche dei perni e delle grappe in bronzo necessari al loro montaggio. Lo stato eccezionale di conservazione dei marmi, consente più che in altri casi, almeno per gli edifici teatrali dell’Italia antica, di ricostruire l’intera architettura dell’edificio scenico e di studiare al meglio l’organizzazione del cantiere antico. La mancanza di una copertura ha esposto i blocchi architettonici all’azione degli agenti atmosferici, alla vegetazione infestante e all’attacco di microrganismi biologici che ne hanno determinato l’alterazione cromatica delle superfici, il degrado dei metalli (perni, grappe, colature in piombo) e l’infradiciamento dei sostegni di legno utilizzati per l’appoggio dei blocchi sulla superficie di stoccaggio. La realizzazione di una semplice copertura, la cui esecuzione non comporta una spesa economica eccessiva, avrebbe non solo garantito di salvaguardare al meglio la notevole quantità di blocchi architettonici provenienti dalla scena teatrale, caso unico in Europa, ma avrebbe fatto risparmiare alla comunità i costi necessari per un loro auspicabile restauro. Il caso del Teatro di Teano appare emblematico per la mancata azione di tutela da parte dello Stato, all’indomani della riforma Franceschini, che concentrando l’attenzione sui grandi attrattori e sulle più note aree archeologiche, inserite nei grandi circuiti turistici, trascura di fatto le aree interne, oramai completamente abbandonate a sé stesse. In tale contesto, ulteriormente aggravato dalla scomparsa delle Soprintendenze archeologiche, tutti quei beni culturali che non rispondono a una logica di mercificazione, rimangono ai margini dell’attenzione del MiBACT, anche laddove siano meritevoli di conservazione in ragione della loro importanza per l’intero Paese, oltre che per le comunità locali. Il Comune di Teano, che ha così a cuore il teatro tanto da utilizzarlo anche per iniziative culturali, ha il dovere di pretendere che al più presto lo Stato intervenga per tutelare, conservare e valorizzare il teatro e l’area archeologica della città antica, un patrimonio culturale che costituisce il pilastro del nostro senso di appartenenza alla storia del territorio e fondamento di crescita culturale per le generazioni future.

 

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