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TEANO / VAIRANO PATENORA – Sfruttavano i trans e le prostitute brasiliane, arrestati in due

teano. Una rete ben organizzata per “importare” trans dal Brasile e per ridurli in stato di schiavitù. Ventotto persone finiscono in carcere, fra esse c’è anche un imprenditore di Teano e un suo amico di Conca della Campania.
Ieri mattina, alle prime luci dell’alba i militari dell’arma hanno fatto irruzione nella sua casa e quasi contemporaneamente nel suo ufficio di Largo Croci, probabilmente per una perquisizione.
Giuseppe De Luca, 56 anni, (residente a Teano) è stato arrestato nell’ambito dell’operazione condotta dai carabinieri di Roma perchè, secondo l’accusa si sarebbe prestato, dietro compenso, di procacciare gli appartamenti in cui i trans (ridotti in statodi schiavitù) poteva esercitare. Il sistema sarebbe stato semplice: andavano da un’agenzia immobiliare e stipulavano contratto per il fitto di un immobile che veninva poi ceduto alle vittime. Tutto per non destare sospetti e per intestare i contratti di fitti a persone insospettabili. La stessa accusa peserebbe anche  sul conto dell’altra persone, Domenico Pasquale Comparelli, 54 anni, di Conca della Campania (residente a Vairano Patenora, frazione di Marzanello) coinvolta nella viceda. “Siamo riusciti a smantellare l’intera organizzazione partendo dai vertici, per lo piu’ brasiliani – ha spiegato in una conferenza stampa il colonnello Giuseppe La Gala, comandante del Gruppo Roma – con gli italiani inseriti in ruoli intermedi”: il bilancio finale dell’operazione – ribattezzata “Fungo”, da una delle zone gestite dal racket – comprende 48 indagati, 28 arresti (24 in carcere e 4 ai domiciliari) tra Roma (21), Caserta, Perugia, Pontecorvo e Colleferro, 30 perquisizioni e 14 appartamenti sequestrati. Per garantire gli spostamenti dei trans c’erano autisti pagati dieci euro a corsa. Agenti immobiliari abusivi si occupavano di individuare appartamenti sfitti e affittuari prestanome stipulavano i contratti, in modo da avere una copertura con i proprietari delle case, ignari dell’attivita’ illecita’. Infine partecipavano all’illecito mercato immobiliare anche alcuni albergatori atipici, gestori di bed and breakfast. In totale sono stati sequestrati 40 appartamenti. A Roma i trans venivano fatti alloggiare in locali fatiscenti: stanze piccolissime allestite con letti a castello matrimoniali dove dormivano dalle sei alle dieci persone. A questo punto i brasiliani si accorgevano di dover tirare fuori una montagna di soldi: 18mila per il solo trasferimento, tra i 200 e i 250 euro a settimana per il misero alloggio, dai 3mila ai 5mila per l’occupazione di suolo pubblico ovvero per avere un posto assicurato sui marciapiedi, tassa che veniva pagata una tantum. E ancora tra i 200 e 250 euro per l’affitto settimanale delle stanze usate per la prostituzione e fino a 300 per le camere di lusso. Infine 300 euro per la ‘Casigna’, una lotteria pilotata a cui i trans erano costretti a partecipare. Per evitare di essere compresi in caso di intercettazioni i membri dell’organizzazione utilizzavano nomi in codice: i transessuali ancora da reclutare erano chiamati ”stracci”, mentre una volta in Europa diventavano ”uccellini” per trasformarsi infine in ”torta”. Alle forze di polizia era riservato il soprannome ”Aliba”’ mentre il ”Babado” era un grave problema da risolvere.

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