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Le sorgenti del Volturno

BAIA E LATINA – L’acqua del Volturno è “sospetta”, Santoro lancia l’allarme: sul posto Arpac e As. Ecco i mali del grande “serpente”

BAIA E LATINA – L’acqua del fiume Volturno appare “sospetta”; il colore e l’odore avrebbero allarmato il sindaco di Baia e Latina, Michele Santoro. Il primo cittadino avrebbe lanciato l’allarme all’Asl e all’Arpac auspicando interventi immediati per capire le ragioni dell’eventuale inquinamento. Così, nei giorni scorsi squadre dell’Azienda Sanitaria e dell’agenzia regionale sarebbero arrivate in loco per constatare le condizioni del corso d’acqua. I controlli sarebbero stati eseguiti risalendo il fiume verso nord per individuare eventuali immissioni inquinanti. Secondo alcune indiscrezioni il sopralluogo non avrebbe raccolto particolari informazioni.

L’agonia del Volturno e l’assenza delle istituzioni.
Scarichi fognari, estrazioni abusive, affluenti pieni di veleno stanno uccidendo il più grande fiume del mezzogiorno. I mali che affliggono il Volturno sono ancora tantissimi. Fra tutti, probabilmente, l’indifferenza che le autorità, a qualsiasi livello, mostrano nei confronti “del grande malato”, è quello peggiore. Così, il più importante corso d’acqua del Mezzogiorno è messo in seria crisi e s’avvia verso una morte lenta ma inesorabile che pian piano lo trasformerà in un canale senza vita.

Un primato europeo
Dalle indagini di Legambiente e di altre associazioni il fiume Volturno è risultato il più deturpato, saccheggiato e inquinato d’Europa

Un serpente lungo 185 km
Il lungo corso d’acqua, che misura ben 185 Km, nasce nel territorio molisano in buona salute con un ecosistema ancora fondamentalmente integro. Proprio al suo arrivo in Campania il Volturno peggiora gradualmente a causa di troppi scarichi urbani e zootecnici, delle ingenti escavazioni in alveo e delle numerosissime discariche abusive dislocate lungo tutta l’asta fluviale.

Scarichi fognari
E’ soprattutto l’inquinamento prodotto da una moltitudine di scarichi fognari che ne compromettono lo stato ecologico. Un degrado indotto da una depurazione ancora inefficiente o del tutto assente.

Gli affluenti
Ancor più grave è la situazione dei suoi affluenti, che per la loro ridotta portata risentono maggiormente dell’impatto inquinante degli scarichi civili e industriali. Affluenti che si trasformano, per queste ragioni, in veri e propri killer del Volturno.

Le cave
Pesantissimi i danni causati dai gravi problemi legati alla continua estrazione degli inerti alluvionali dall’alveo del fiume che hanno ormai innescato un processo avanzato e irreversibile di erosione delle coste.

Uso sconsiderato del territorio
In zone con una sempre maggiore elevata densità abitativa, il processo finora inarrestabile di urbanizzazione caotica e disordinata tende a compromettere sempre più i fragili equilibri dell’ecosistema fluviale.

La parte sana del fiume
Sul lungo percorso del fiume Volturno, si notano condizioni qualitative comprese tra ambienti con moderati sintomi di inquinamento ed ecosistemi sensibilmente alterati. Il primo tratto fluviale in prossimità delle sorgenti fin giù a valle, appena oltre il confine con la Campania, le condizioni ecologiche sono stabilmente assestate e possono essere definite sostanzialmente buone.

Ecco i problemi
Scendendo verso valle, nel beneventano e nell’avellinese, il Volturno riceve le confluenze dei fiumi Calore e Sabato che sono fortemente inquinati. Qui il Volturno, inevitabilmente, “accusa il colpo” portando con se un forte inquinamento che peggiora sempre più fino alla sua foce.

La colpa delle istituzioni
I problemi del Volturno derivano – come riscontrato anche da Legambinete in uno dei tanti monitoraggi del corso d’acqua, dai tanti disagi territoriali delle aree geografiche da esso attraversate. La mancata pianificazione del territorio rischia di compromettere irreversibilmente e a breve termine il fragile equilibrio del corso d’acqua. Sarebbe assolutamente incosciente e rischioso proporre interventi di ulteriore antropizzazione in quanto il fiume fino ad oggi è riuscito a conservare il suo corso naturale, imponendosi negli spazi a lui dovuti. Il Volturno deve pertanto rappresentare un importante elemento di valorizzazione e riqualificazione dell’intero territorio. Le continue denunce sono restate lettera morta. Nessuno ha, finora, mosso un dito per salvare o arginare l’inquinamento del fiume. Nessuno si preoccupa del Volturno. Chi dovrebbe controllare non controlla, chi dovrebbe depurare inquina.

Le possibili conseguenze
Gran parte delle campagne che il fiume attraversa sono già da anni irrigate con le acque prelevate dal fiume stesso. Non sono poche le preoccupazioni derivanti dallo stato id salute del corso d’acqua. Le acque del Volturno, come risulta dai dati forniti da Legambiente, sono profondamente inquinate. C’è chi teme che potrebbe essere molto grave e pericoloso utilizzare queste acque per l’irrigazione. Le sostanze nocive e dannose che costituiscono l’inquinamento potrebbero arrivare tramite il latte, verdure, alimenti e carni, anche sulle nostre tavole costituendo per la salute di tutti i cittadini un grosso pericolo. Quali danni alla nostra salute questi agenti inquinanti possano causare non tocca a noi stabilirlo ma speriamo presto che le autorità competenti sappiano far chiarezza in merito, nell’interesse di tutti.

La speranza
Ma il grande fiume conserva ancora la sua spiccata personalità e nonostante tutto riesce faticosamente a resistere, grazie alla sua capacità autodepurativa che riesce a limitare moltissimi danni da noi prodotti.

La Fauna ittica continua a scomparire
Continuano a scomparire i pesci dal Volturno. In particolare è stata decimata la trota fario di ceppo autoctono. Le cause di ciò vanno ricercate in alcuni fattori principali:

Bracconaggio
Nonostante il lavoro svolto da numerose associazioni che già da tempo hanno denunciato il fenomeno del bracconaggio indiscriminato che uccide il fiume, purtroppo ben poco, forse niente, è stato fatto per fermare i numerosi episodi di distruzione della fauna ittica. I pesci del Volturno vengono sterminati in massa, con metodi non consentiti, reti proibite e addirittura bombe. La maggior parte del fiume non viene mai controllata dagli organi preposti, lasciando campo aperto ai male intenzionati.

Inquinamento
Dalla foce del Calore in poi le condizioni dell’acqua cambiano drasticamente, l’inquinamento si alza a dismisura. Il fiume, in fin di vita, è definitivamente annientato dalle industrie chimiche per cui, allorché si sospinge stanco verso la foce, esso a perduto la sua identità di corso d’acqua per divenire, anche ad onta degli scarichi di rifiuti di ogni specie che da qui in poi lo mortificheranno, un canale cloacale aperto, con acque biologicamente morte, mefitiche, e pericolose per la sanità pubblica.

L’idea della cascata
Subito dopo Capua è stata creata una cascata artificiale – senza alcuna ragione apparente – che, di fatto, impedisce la naturale risalita dei pesci, specialmente delle cheppie e dei cefali. Più giù il fiume è stato addirittura modificato nel suo corso naturale ed imbrigliato tra due belle sponde di cemento.

Come salvare la fauna ittica
Per salvare la fauna ittica vi è bisogno di un serio programma di ripopolamento della trota e delle altre specie in via d’estinzione, se non addirittura già scomparse. Bisogna effettuare una consistente semina di avannotti, nell’ordine delle decine di tonnellate. Allo stato non vi sono notizie in merito ad un programma di ripopolamento per l’anno 2004. L’organo preposto a tali semine è la Provincia. In effetti dalle carte risulta che la Provincia di Caserta, nell’anno 2003 effettuo’ una semina con circa 60 quintale di pesce. Questo almeno risulta “dalle carte”, dato che in pratica di tale semina non vi è quasi mai trovata traccia.

Il pericolo dei pesci “importati
Il serio pericolo che semine sconsiderate, effettuate non con trote fario di ceppo mediterrane, ma con trote irridee di provenienza nord americana, arrechino un danno ancora maggiore al fiume.

La speranza
Ma il grande fiume conserva ancora la sua spiccata personalità e nonostante tutto riesce faticosamente a resistere, grazie alla sua capacità autodepurativa che riesce a limitare moltissimi danni da noi prodotti.

 

 

 

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