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CASERTA – “Denunciare è facile e inopportuno, fare è difficile”: la richiesta di aiuto del sindaco Del Gaudio

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CASERTA (di Nando Silvestri) –    Assurde, paradossali, risibili: chiamatele come volete. Esistono diversi modi per definire le esecrabili asimmetrie che incombono sul Comune di Caserta, delle quali la società civile è sempre la vittima sacrificale prescelta. Questa è la volta dell’Associazione Pensionati Rione Tescione, una comunità di simpatici vecchietti che si riuniscono da anni nei locali comunali di piazza Cavour, per fruire dei quali versano un regolare canone di locazione mensile a favore dell’ente municipale in forza di un contratto di fitto legalmente registrato all’Agenzia delle Entrate valevole sino al 2016. Gli anziani e cortesi pensionati che sono soliti intrattenersi nei succitati spazi per commentare i fatti del giorno e dilettarsi al giuoco delle carte sono stati recentemente oltraggiati con l’inappropriato epiteto di “abusivi” da taluni mandatari di sottaciuti dirigenti comunali. In pratica il Comune incassa il canone di locazione, lo spreca da tempo immemore in impieghi impropri, come è solito fare con diverse entrate fiscali locali, ma non riesce a riconoscere i suoi regolari inquilini, inquadrandoli alla stregua di nomadi erranti. I mandatari del Comune, intanto, sostengono che il contratto di locazione stipulato, del quale il Comune stesso è attivo e documentato contraente “non risulta”. E’ stato necessario esibire le copie degli atti e le ricevute dei versamenti effettuati in favore del Comune di Caserta per smorzare temporaneamente le inutili tensioni generate dall’ente locale ai danni degli sfortunati pensionati. Tutto ciò non è affatto incredibile dal momento che i paradossi sembrano essere da mesi gli articoli più in voga nel Comune di Caserta. Come quando accadde che gli addetti comunali al ripristino del manto stradale di via D’Errico della frazione Casolla, incitarono i locali cittadini alla denuncia nell’impossibilità di eseguire la menzionata ricostruzione viaria. E’ davvero difficile accreditare concretamente la macchina amministrativa casertana guidata da Pio Del Gaudio, tenuto conto dei caroselli vessatori che il governo locale regala ai cittadini più deboli e vulnerabili. Mostrare i  denti in penose prove muscolari a danno dei cittadini più fragili è una insanabile contraddizione dalla quale non è possibile prescindere. In verità viene meno lo spirito di sopportazione del cittadino stesso, costretto sempre più frequentemente a tutelarsi dallo strapotere ipertrofico, dispendioso, inefficace ed inefficiente del governo locale mediante denunce opportunamente divulgate a meri fini collaborativi. Del resto tutti ricordano quando, qualche anno fa, Del Gaudio scriveva sui quotidiani “denunciare serve” mentre inseguiva le luci dei riflettori. E’ un vero peccato che oggi, il primo cittadino abbia cambiato idea come egli stesso ha scritto in una missiva indirizzata allo scrivente, nella quale egli dichiara che “denunciare è facile e inopportuno, mentre è difficile fare”. Affermazioni pressoché incomprensibili per un professionista come lui, seduto sugli scranni di Palazzo Castropignano da tempo immemore che, per “fare”,   ha avuto più di un decennio. Ma non è ancora tutto. Il sindaco appare palesemente esausto e turbato dalle denunce, soprattutto se illustrate da immagini o filmati. E’ quanto emerge dal frasario sommesso e approssimativo del suo messaggio di ammonizione indirizzato allo scrivente in cui chiede addirittura “aiuto e appoggi” per risolvere i problemi che attanagliano la città. L’ennesimo marchiano controsenso per un rappresentante istituzionale che ha smarrito la vanagloria ostentata ai tempi delle ultime elezioni comunali e che con irreparabile ritardo vaneggia la cooperazione di cittadini e contribuenti sinistrati dai suoi ricorrenti e sfocati lapsus. Se è di “aiuto” che il primo cittadino di Caserta ha effettivamente bisogno, come egli stesso dichiara, si rivolga ai tifosi della Casertana Calcio che, per la tanto agognata curva farebbero follie. In alternativa, si faccia da parte.

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