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CASERTA – Solidarietà al movimento Speranza Per Caserta”: il bilancio governativo comunale è una sciagura

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CASERTA (di Nando Silvestri) –   A sentir parlare di rilancio della città i signori Marzo, Santonastaso, Antonucci, Desiderio e Gentile si rischia di scoppiare in una risata fragorosa e scomposta, lasciatemelo dire col cuore in mano. Sembra quasi che essi appartengano alle amministrazioni comunali di sontuose città come Brescia e Verona dove mi reco abitualmente per convegni universitari  e dove è (ahimè) arcinota la sbavata follia di quel dispendioso corno maledetto (e di chi l’ha predisposto) che ci ridicolizza dinanzi al mondo intero. Se non altro ci conforta che Caserta possa in qualche modo affiancare un primato di esilarante comicità governativa a quello ben più edificante dell’olio biologico più buono del mondo. A sentir parlare di “motivazioni politiche” i signori succitati del Comune di Caserta sembra quasi vedere un’onirica scena idilliaca animata dal baccano di cittadini giubilanti, estasiati dal loro primo cittadino e, in generale, dai loro savi  amministratori. Ma la realtà non è affatto un sogno dal quale lasciarsi ammaliare. Quintali di rifiuti, degrado, abbandono, incuria, marciapiedi impraticabili e migliaia di decibel di blasfeme imprecazioni intonate dagli abitanti contro il Comune caratterizzano quotidianamente la stragrande maggioranza dei quartieri della città di Caserta. La città si consuma lentamente mentre questo governo cittadino si crogiola negli sprechi di risorse, finge di rattoppare strade per ridurle più malconce di prima a spese dei contribuenti e delega ai cittadini istruttorie, indagini fiscali, riscontri, mansioni e compiti che spetterebbero piuttosto agli amministratori. Il tutto svolto alla carlona sull’esempio di Ponzio Pilato, senza un minimo di pianificazione, tentando maldestramente di sbattere anziani, animali protetti e persone socialmente attive in mezzo ad una strada, pur di schiudere e stappare le condotte  dei  succulenti investimenti edilizi e seguitare ad affondare le mani nelle tasche lacere di esercenti e cittadini. Quando ho documentato e scritto di discariche comunali a cielo aperto sulla prima pagina di un quotidiano cartaceo locale, il “danzante” sindaco di Caserta ha pensato bene di alzare la voce sul direttore del giornale, illudendosi forse di influenzare le scelte delle  redazioni invece di farsi carico dei doveri che il Tuel gli impone in materia di sicurezza e sanità pubblica. Caserta è l’unica città d’Italia in cui è necessario ricorrere alla polizia e ai carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico per sollecitare le attenzioni saltuarie e fugaci del primo cittadino in materia di pulizia e gestione di aree a rischio. E’ anche l’unica città al mondo in cui il sindaco si sorprende di doverne ripetere manutenzione e diserbamento  dopo 12 lunghi mesi di sversamenti illeciti, incursioni inquinanti e infestazioni da parassiti nell’inerzia della polizia municipale, per stessa ammissione degli sconcertati e riluttanti addetti comunali alla manutenzione del verde pubblico. Di abitudini, amicizie e frequentazioni delle maestranze comunali la cittadinanza di frazioni come Casolla, Puccianiello, Rione Tescione, Casola, Mezzano, Parco Aranci ecc. si disinteressa volentieri, in verità. Del resto ciascuno è libero di cedere la sua personalità, sempre che ne abbia davvero una sulla quale contare,  a lusinghe e favori di chiunque reputi alla sua altezza; è inaccettabile invece pagare fior di quattrini per pulire da sé la strada municipale attigua al proprio domicilio come sono soliti fare molti cittadini tra i quali l’architetto Rossi e tutti gli abitanti di via Montanara. E’ vero, è tempo di bilanci e si stava meglio quando si stava peggio: troppe strade della città, dei suoi borghi e delle sue frazioni evocano lo squallore delle “favelas” mentre il fisco comunale induce la chiusura di esercizi ed edicole. Un dissesto finanziario non è affatto una “sopravvenienza passiva”, ma un ammanco che è progressivamente cresciuto durante l’attività amministrativa svolta da Del Gaudio nell’ultimo decennio in ordine ai ruoli cruciali che gli sono stati affidati, senza peraltro sortire da parte sua scelte oculate mirate a scongiurarlo o quantomeno a mitigarlo. Dunque, il sottoscritto non si nasconde dietro un comunicato stampa ma invita per l’ennesima volta il sindaco a confrontarsi pubblicamente sui temi citati e, come molti cittadini casertani che hanno votato liberamente, non necessita di appartenere a “Speranza per Caserta” per condividerne critiche e riflessioni. Fatte salve rarissime eccezioni, d’ora in avanti faremo volentieri a meno dei cachettici e irrilevanti sofismi urlati da questa amministrazione comunale per disconoscere il più evidente e stridente dei dati di fatto, la sua indecente inettitudine della quale non smetteremo mai di riferire.

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un commento

  1. Gianpiero Martone

    C’è una priorità che vi sfugge, posso anche capire che per voi è di secondo ordine, ma il problema dello Stadio Pinto lo risolviamo?