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CASAL DI PRINCIPE – Camorra, arresta la moglie di Setola: gestiva i collegamenti fra i carcerati e gli affiliati

CASAL DI PRINCIPE – Nelle prime ore della mattinata odierna, nell’ambito di un’articolata indagine coordinata dai magistrati della Procura della Repubblica di Napoli – Direzione Distrettuale Antimafia, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta e gli Agenti del Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria hanno eseguito un’ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere nei confronti di MARTINELLI Stefania, moglie di SETOLA Giuseppe, noto capo della frangia stragista del clan “dei Casalesi” – fazione Bidognetti.Dopo le formalità di rito è stata sottoposta alla misura degli arresti domiciliari. La Martinelli è gravemente indiziata di agevolazione a favore di detenuti sottoposti a regimi speciali di trattamento previsti dall’ordinamento penitenziario (reato aggravato dal metodo mafioso e dall’aver commesso il fatto avvalendosi della figlia minore con imputabile) nonché dei delitti di ricettazione e trasferimento fraudolento di valori. L’attività investigativa, avviata nel gennaio 2009 e condotta con l’utilizzo di intercettazioni telefoniche e ambientali, ha permesso di acclarare che SETOLA Giuseppe, detenuto sottoposto al regime carcerario previsto dall’art. 41 bis Ord. Pen., attraverso la propria consorte, riceveva dall’esterno e trasmetteva informazioni al di fuori del carcere. Le investigazioni, poste in essere dai Carabinieri in collaborazione con la Polizia Penitenziaria, hanno altresì fatto emergere come la moglie di Setola continuava a percepire dal gruppo camorristico emolumenti per il mantenimento del nucleo familiare, elementi riscontrati anche grazie al sequestro di una collezione orologi di prestigio per un valore di 65.000 euro, di una ingente somma in danaro in contanti e di vari assegni. Tale operazione assume una particolare importanza poiché, oltre a confermare l’attuale pericolosità del citato sodalizio camorristico, evidenziata da un palese “fermento criminale” ancora in atto, hanno portato, per quanto risulta per la prima volta nell’ordinamento giuridico italiano, alla contestazione del reato di agevolazione ai detenuti sottoposti a particolari restrizioni. Napoli, 20 dicembre 2013

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