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Sparanise / Brandizzo – Strage sui binari: la Procura indaga e scopre “brutte” abitudini

Sparanise / Brandizzo – Intanto nel popoloso centro dell’Agro Caleno si attende il ritorno della salma di Giuseppe, un figlio di Sparanise, come tanti, costretto a lasciare il proprio paese per cercare lavoro altrove.
L’indagine della Procura di Ivrea sta ora mettendo in luce una serie di dettagli inquietanti. L’incidente ha rivelato una prassi apparentemente pericolosa: la squadra di operai è stata inviata sui binari ben prima dell’orario previsto, intorno a mezzanotte, dopo il passaggio del treno notturno. Tutto sembrava procedere come se fosse la cosa più normale del mondo. Ora, la Procura di Ivrea cerca di capire se questa modalità di lavoro sia un’eccezione sciagurata o una terribile abitudine delle aziende ferroviarie. Nella tragedia, avvenuta alcuni giorni fa, sono morti cinque operai fra cui Giuseppe Sorvillo, 43enne di Sparanise.
L’attenzione dei magistrati si concentra sull’interruzione della circolazione, che non è mai stata comunicata, e quindi sulla mancata autorizzazione per l’inizio dei lavori. L’indagine ha portato all’accusa di disastro ferroviario e omicidio plurimo con dolo eventuale nei confronti di Antonio Massa, 46 anni, la “scorta ditta” di Rfi al fianco degli operai, e Andrea Girardin Gibin, caposquadra della Sigifer. I lavoratori, nonostante la mancanza del necessario permesso, sono stati inviati sui binari, in assenza del cosiddetto modulo “M40”, da riportare per iscritto e da firmare con fonogramma.

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