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TEVEROLA – Costringeva la moglie a subire rapporti sessuali violenti, condannato a se anni di carcere

Teverola (Maria Giovanna Pellegrino) – Dopo averla riempita di mazzate, dopo averle fatto capire che in casa a portare i pantaloni era lui e che poteva sfilarsi la cinghia e riempirla di lividi per un semplice no, la costringeva a rapporti sessuali altrettanto violenti. Abusi, maltrattamenti in famiglia, violenze in camera da letto reiterare senza la dignità di essere uomo, 45enne viene condannato a sei anni di reclusione dai giudici del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, sezione presieduta dal dottor Orazio Rossi, presso il cui collegio ormai vengono assegnati tutti i casi disperati di violenze sessuali anche su minori. Oggi pomeriggio la sentenza per Luigi P. ,  45 anni originario di San’Antimo ma sposato a Tevola,  al quale sono stati comminati sei anni di reclusione. L’uomo, difeso dall’avvocato Patrizio Della Volpe, si trova agli arresti domiciliari e vi resterà se non commetterà qualche altro reato fino a quando non avrà scontato il suo peccato. Costituita parte civile in giudizio la sua ex consorte, assistita dall’avvocato Antonio Veltre. Una sentenza che ha reso un sorriso amaro alla donna che per anni è stata maltrattata dal marito . Le violenze inizialmente erano apparse sopportabili. Per quieto vivere per non darla vinta alla gente che spettegolava, la poverina ha sopportato l’irascibilità del marito fino a quando incominciarono le botte. Dopo un ennesimo scontro in casa, un vero e proprio round da kick boxing, la sventurata decise di denunciare il marito spupratore. Aveva capito che avrebbe potuto non risollevarsi più da terra se il marito avesse continuato a schiavizzarla in quel modo anche perché alla fine di ogni litigio l’uomo la trascinava in camera da letto per soddisfare il suo istinto animalesco con del sesso ancora più violento. Dalla denuncia partirono le indagini e il gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, nei confronti di Luigi, emise un’ordinanza con la quale allontanava il marito dalla casa della moglie, impedendogli di mettere piede nel comune di residenza della poverina. Ordine che non fu rispettato perché Luigi aspettava la consorte dalla quale si stava separando  fuori casa per aggredirla. Vennero così applicati gli arresti domiciliari. Oggi finalmente la sentenza di condanna che lo inchioda a casa ancora per altri sei anni se in sede di Appello non si vedrà ridotta la pena.

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