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CASERTA – Cave, le associazioni trionfano davanti al Tar, delusi Moccia e Cementir

CASERTA –  Cave, nuova vittoria delle associazioni ambientaliste impegnate da anni per la questione di cave e cementifici. Oggi l’udienza del ricorso di Moccia contro il diniego del Comune di Caserta e il verbale di conferenza che gli negano la variante urbanistica per stoccare materiale da importare nel piazzale di cava. Il gruppo di Moccia ha rinunciato alla sospensiva richiesta verso i citati provvedimenti, una sospensiva che diffìcilmente sarebbe stata accolta visto che dal momento in cui le associazioni e il Comune di Caserta anche a tutela dei lavoratori si erano dichiarati non contrari alla proroga ai fini dello sgombero del piazzale del materiale stoccato per l’obiettivo di riqualificazione a verde dello stesso. Un diniego assoluto sarebbe stato perdente dinanzi al TAR perché si sarebbe arrecato un danno per l’azienda e i lavoratori che in questo caso avrebbe sicuramente accolto la richiesta di sospensiva, Moccia allo stato non potrà importare materiale e se allo scadere del decreto dirigenziale regionale e cioè al 9 dicembre 2013 non si adeguerà alle prescrizioni imposte dal Comune e in primis incluse nel documento di osservazioni delle associazioni, rischia di non essere autorizzato neanche per le attività di smaltimento del materiale cavato da Caserta, Un lavoro meticoloso delle associazioni che hanno indirizzato anche gli amministratori comunali. Un lavoro svolto nella consapevolezza che la vera battaglia si sarebbe svolta al TAR Campania, Un ‘altra sconfitta di Moccia è arrivata con la sentenza del Tar depositata il 13 Marzo scorso che dichiara inammissibile il ricorso che rimprenditore aveva proposto nel 2004 avverso alla costruzione del policlinico. Un pronunciamento importante dei giudici amministrativi che sancisce la legittimità delle autorizzazioni alla realizzazione dell’opera pubblica. Relativamente alla Cementir, bandendo la confusione che si sta facendo in merito alla variante progettuale, si tiene a precisare che non è un nuovo progetto di estrazione ma un modifica migliorativa di quello al quale la società è già autorizzata. Per il Coordinamento di associazioni casertane, Legambiente, Caserta Bene Comune e i comitati di Maddaloni, è un risultato che si è ottenuto dopo un estenuante azione di contrasto all’apertura di un nuovo versante di cava, lato San Michele, al quale la Cementir con questa variante sta del tutto rinunciando. Per noi la variante va valutata e considerata ma è d’obbligo il rispetto dei termini imposti dalla legge e il sostanziale ridimensionamento dei quantitativi da estrarre, questi due adeguamenti già imposti alla Cementir dal tavolo tecnico tenutosi oggi sarebbe un risultato positivo per tutti. Le nostre considerazioni ed è un invito che rivolgiamo a tutti, non possono prescindere dal non considerare i lavoratori, tanto più in un momento di crisi che ha visto l’incremento di suicidi per la perdita del posto di lavoro. Per questo e tanti altri motivi ma nella consapevolezza per tutti che queste attività sono a scadenza è necessario che tutti si attivino affinchè in un futuro vicino che potrebbe essere di 4 anni, ci sia una riconversione occupazionale. Il disinteresse o l’incapacità di approfondire queste problematiche che spesso vengono trattate con slogan propagandistici di progetti utopistici e inattuabili, sarà un danno per tutta la comunità. Tra quattro anni ad esaurimento del calcare e con la probabile apertura del Policlinico non sono ammissibili vittime della disoccupazione visto che già oggi tutti sappiamo che vi è una scadenza che porrà fine a quello che è stato uno scempio ambientale generale. (Comunicato stamoa – Giovanna Maietta – Associazione Caserta Bene Comune)

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