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PASTORANO – Una legge leghista minaccia la produzione di mozzarella

PASTORANO. Primo Luglio, è la data in cui assisteremo al funerale della mozzarella di bufala campana d’origine protetta, un colpo al cuore all’economia del Mezzogiorno, lanciato dall’invidia, e dalla superbia di leghisti, che non aspettano altro che infliggere la stoccata finale al Sud; dopo i saccheggi e i furti avvenuti già 152 anni fa.
Pastorano è uno dei comuni di Terra di lavoro dove si produce una grossa quanitità di mozzarella di bufala. Quinidi il paese potrebbe soffrire delle conseguenze prevista dalla nuova normativa.
Diverse le aziende che dovranno quindi adeguarsi oppure soccombere.
La norma, in riferimento al DDL 205/2008 è stata approvata e inserita nel gazzettino ufficiale il 21 Marzo, e sancisce che la produzione della mozzarella dop deve avvenire soltanto in uno stabilimento dedicato, vietando così la contemporanea realizzazione di qualsiasi altro prodotto, compresa la ricotta, notoriamente ricavata proprio dalla lavorazione della mozzarella.
La norma, in un periodo di crisi economica, obbligherebbe i produttori che vorranno continuare a produrre la mozzarella con il marchio dop ad investimenti per diversi milioni di euro per la realizzazione degli stabilimenti separati.

Mancando questi ultimi, i produttori sarebbero quindi costretti a non utilizzare per altri prodotti, come appunto la ricotta e i formaggi, il latte in eccesso che non è impiegato per la ‘dop’.
Un provvedimento assurdo, che colpirebbe un intero settore, che rappresenta un introito importante, e dà lavoro a migliaia di dipendenti del Centro-Sud.
Un cavillo, un vizio burocratico voluto dall’allora Ministro alle Politiche Agricole, il leghista Luca Zaia; Era il 2008, e “l’oro bianco” era coinvolto nello scandalo diossina, il ministro attaccò a fondo il latticino campano, e in un DDL inserì anche questa norma, con il fine di consentire la produzione anche al nord, poiché la Lega era alle prese con le quote latte, in cui non rientrava la bufala.
Il Ministro ha fatto i propri interessi, salvaguardando, come pronuncia il loro motto, “Prima il Nord”, grazie anche alla complicità di tanti deputati meridionali che han recitato alla grande, la parte del “Non vedo, non parlo e non sento”.
Un silenzio bucato solamente dai tanti cittadini, riuniti attraverso il web tramite gruppi e petizioni per salvare la mozzarella dal declino imminente. Tanti commenti sono arrivati anche da esperti del settore, come Antonio Lucisano, Direttore del Consorzio Mozzarella D.O.P, che definisce la norma, incomprensibile e anticostituzionale, un decreto in grado di togliere brevetti e privilegi europei ad un marchio ormai noto in tutto il mondo. costringendo i tanti imprenditori a vedersi svanire milioni, sogni, e anche la dignità. Il motivo che costringerebbe i produttori a una scelta letale per la mozzarella a denominazione di origine protetta va ricercato nelle norme che regolano le modalità di lavorazione. I prodotti che godono del marchio europeo, infatti, devono rispettare un disciplinare di produzione. Che, solo nel caso della mozzarella di bufala campana dop, pone un vincolo stringente, cioè l’obbligo di trasformare tutto il latte in formaggio entro 60 ore dalla prima mungitura. Un’impresa quasi impossibile, e per capirlo c’è da spiegare — per sommi e non esaurienti capi — come funziona la lavorazione. La mozzarella di bufala viene prodotta con il latte di due mungiture, una della sera, l’altra della mattina. Dovendo attendere il tempo che trascorre tra la prima e la seconda mungitura, si perdono già 12 delle 60 ore.
Quando poi la mattina le due mungiture (quella notturna e quella diurna) arrivano nello stabilimento per la lavorazione, la produzione è già partita, e quindi il latte viene utilizzato per quella del giorno successivo. Morale: restano appena 24 ore di tempo per utilizzare tutto il latte, considerando che in quella giornata gli ordini possono non essere sufficienti e che offerta e domanda spesso non s’incontrano, perché le bufale producono più latte d’inverno ma i consumatori vogliono più mozzarelle d’estate.

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