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SANT’ANGELO D’ALIFE – Psr, sito web da 40 mila euro:una valanga di errori

SANT’ANGELO D’ALIFE. Sito turistico del paese carente. Scoppia la polemica. L’impresa “M.E.T.A. srl, che si era aggiudicata l’appalto in
oggetto (“Fornitura di materiale divulgativo multimediale e realizzazione del sito web”) per un importo netto pari a circa 40 mila euro (39.991,77 euro per la precisione), non si può certo dire che abbia svolto un lavoro così attento e preciso. E non si può dire neanche che l’ex amministrazione Di Tommaso abbia controllato in maniera scrupolosa che tutto venisse svolto secondo progetto. In pratica, siamo alle solite. Fondi comunitari – si tratta di un’opera finanziata con decreto dirigenziale numero 499 del 14 settembre 2010 rientrante nell’ambito
del Psr Campania 2007/2013 misura 313 – utilizzati in modo piuttosto approssimativo. E non bisogna essere dei tecnici per capire che il sito turistico mostra parecchie lacune. In primo luogo, nella home page compaiono le fotografie di una torre ed di un antico palazzo dei quali, salvo apparizioni fugaci e misteriose come quelle degli extraterrestri, in paese non c’è traccia. E meno male che l’intento era ed è quello di favorire lo sviluppo del turismo locale. Ci si chiede se l’impresa che si è aggiudicata l’appalto di circa 40 mila euro conosce almeno Sant’Angelo d’Alife. Per carità, non serve sapere i sentieri più reconditi che magari neanche qualche santangiolese conosce alla perfezione, ma almeno i siti artistici più importanti bisognerebbe conoscerli. Almeno quelli presenti. Questa è la prima stranezza a catturare l’attenzione. Ma gli errori di “superficialità” non sono mica finiti? Macché! Navigando nel sito web (santangelodalifeturismo.it) e aprendo i vari link balzano agli occhi altri errori macroscopici e molta molta approssimazione. Ad esempio, la storia del paese è raccontata in maniera non esaustiva. Alla faccia delle meticolose ricerche realizzate da alcune persone del posto. Quelle sì, importanti e degne di nota. Ma il link
contenente le maggiori imperfezioni è quello denominato “natura e territorio”. Se si digita  “Agricoltura e zootecnia” si resta increduli quando si legge che “l’olivicoltura occupa un ruolo di primo piano grazie all’elevata qualità del prodotto ricavato da cultivar pregiate
come la Caiatina, detta anche Caiazzana, la Frantoiana, la Leccina, la Canina e la Maurina”. E’ la varietà “Tonda”, la culivar più caratteristica, è stata dimenticata? Assolutamente no. Compare come un gioco di prestigio nelle “Tipicità locali”: “L’olio extravergine di Sant’Angelo d’Alife – si legge – deriva principalmente dalla trasformazione delle olive di varietà autoctona ‘Tonda o Nostrale’, dalle pregiatissime proprietà organolettiche ed importantissime caratteristiche chimico-fisiche”. Insomma, se non si tratta di un superficiale copia e incolla, allora chi ha realizzato il sito (appalto aggiudicato per circa 40 mila euro) deve avere le idee poco chiare. Altra chicca, poi, la si trova nella sezione “Tipicità locali” quando si legge che “sono diversi i prodotti caseari tipici della zona come la mozzarella di bufala, il pecorino e il caciocavallo di bufala e di bovino. È possibile acquistare presso gli esercizi commerciali le tipicità del luogo quali carne di vitello, maiale casertano (allevato con farine locali e ghiande), mozzarella di bufala, caciocavalli del Matese…. Avete capito bene? I caciocavalli del Matese. Qui o si fa pubblicità ad altre realtà locali oppure la “M.E.T.A. srl” deve aver preso un abbaglio gigantesco. Perché a
Sant’Angelo d’Alife non esiste alcun produttore di caciocavalli. A proposito, dove sono in paese i centri di trasformazione? Per avere una risposta si prega gentilmente di rivolgersi all’impresa toscana o, per maggiore comodità, all’amministrazione comunale che ha gestito l’appalto. (Francesco Mantovani)

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5 commenti

  1. evviva evviva così l’ex amministrazione spendeva i nostri soldi

  2. cittadino libero

    Tecnicamente se i soldi spesi nel psr non danno il risultato progettato, i soldini dovrebbero essere restituiti alla regione campania. Altra perla targata amministrazione Di Tommaso. Chiedere spiegazioni ? Ma se sono in silenzio stampa e sembra che durerà a vita. Che figura di c…a e poi scrivono e parlicchiano le povere vittime, ma rendetevi conto di quello che fate e toglietevi i prosciutti davanti agli occhi.

  3. io so che la società ha più volte detto che avrebbe apprezzato l’aiuto di cittadini del posto che avevano informazioni e conoscenze di Sant’Angelo e so anche chi ha raccolto l’invito… mi chiedo perchè l’autore di questo articolo che dice di conoscere tutte queste cose ha speso così tanta energia nel leggere minuziosamente il sito (cosa che apprezzo molto) ma non ha speso nemmeno un minuto del suo tempo per recarsi al comune ed offrire il suo aiuto così prezioso!!! Siamo alle solite, ci si lamenta solo dopo ma quando si può fare qualcosa prima nessuno risponde all’appello!!!
    Questo dimostra il tono esclusivamente politico dell’articolo, mi dispiace ma è questo quello che traspare signor Mantovani!

  4. Quello che dico a tutti, a anche al mio comune, per i siti turistici perchè non convocate i giovani locali che di sicuro conoscono il territorio, punto principale, sicuramente c’è qualcuno che riesce a mettere su un sito di discreta qualità, il comune li avallerebbe acquistando lo spazio web certificato, che non costa una follia, e i costi vivi sarebbero anche ridotti all’osso con un servizio di sicuro migliore e con il riscontro che l’amministrazione riesce a coinvolgere i giovani del posto….. Belle parole, dirà qualcuno, ma se nessuno ci prova!

  5. cittadino libero

    oi marì oi marì, neanche questa notizia è criticabile ? La società ha preso i soldi per fare quel lavoro!!! Ma come ragionate ? il primo aiuto deve essere quello degli amministratori insieme, in un secondo momento, a quello dei cittadini. Prova ad aprirti un sito e vedi le spese, poi rapporta a 40 mila euro e poi facci sapere come la pensi. E poi almeno avrebbero messo foto di sant’angelo. Se tu avessi la stessa forza per constatare l’ennesimo fallimento, invece di difendere l’indifendibile ne guadagneresti di serietà.