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PIGNATARO MAGGIORE – Delitto Abbate, parlano i collaboratori di giustizia

PIGNATARO MAGGIORE – Omicidio Abbate: la corte d’assise del tribunale di Santa Maria Capua Vetere presieduta dal dottor Giuseppe Provitera, giudice a latere la dottoressa Forte, su richiesta della Dda del pm Luigi Landolfi acquisisce i verbali dell’interrogatorio del collaboratore di giustizia Michele Froncillo. Lo stesso pentito è stato però anche sentito dalla difesa, gli avvocati Carlo De Stavola e Nicola Filippelli solo su alcuni punti per avere alcuni chiarimenti.
Froncillo ha mantenuto la tesi della vendetta da parte dei casalesi di colpire il pentito Antonio Abbate che con le sue rivelazioni aveva fatto saltare numerosi piani del clan dei casalesi oltre ad aver fatto scaturire con le sue rivelazioni numerose ordinanze di custodia cautelare in carcere. Il clan dei casalesi avrebbe poi dato mandato a Raffaele Ligato perché conosceva bene il territorio dove colpire. Froncillo ha parlato anche delle estorsioni compiute da Raffaele Ligato alla società Catone Trasporti anche nella zona di Ponticelli.
Un racket gestito dai Ligato per conto dei casalesi. Fatti che Froncillo è venuto a conoscenza da Raffaele Piccolo e da Vincenzo Schiavone o’petillo e durante i colloqui in carcere avvenuti anche con Ligato e con Gino Trombetta, detenuti nello stesso braccio penitenziario, durante i quali si aveva sempre l’occasione per discutere delle proprie attività estorsive. Froncillo ha riferito che in uno di questi colloqui avvenuti in carcere egli è venuto a sapere dell’omicidio.  In merito al periodo di detenzione Froncillo solleticato dalla difesa è caduto un po’ in contraddizione sulle date, poiché quelle dette in udienza non corrisponderebbero affatto al periodo di detenzione subito da Ligato.  L’udienza è stata poi rinviata al prossimo 10 maggio per sentire Clemente Massaro. Raffaele Abbate fu ucciso per frenare il figlio Antonio Abbate, boss sanguinario di Pignataro legato alla famiglia Lubrano, che aveva deciso di collaborare con la Dda. Secondo la ricostruzione della Dda i casalesi si rivolsero proprio ai Ligato, Raffaele e Pietro, che avevano fatto parte del gruppo di Pignataro per preparare e portare a termine l’agguato mortale. Essi conoscevano i luoghi e sapevano come spostarsi sul territorio da loro controllato. maria giovanna pellegrino

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