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CASERTA – Ospedale Civile in sofferenza, l’abominio dei tagli genera clientele e disservizi: troppe ombre, poche luci

CASERTA (di Nando Silvestri) – Ospedale Civile di Caserta in sofferenza, l’abominio dei tagli genera clientele e disservizi: troppe ombre, poche luc.  Chi stenta a immaginare le atrocità dell’inferno, soprattutto se malato, può convincersene definitivamente recandosi all’ospedale civile di Caserta. Specie negli ultimi tempi, in seguito alla chiusura di alcuni nosocomi della provincia e diversi reparti degli ospedali delle province limitrofe, si registra un flusso congestionato e ininterrotto di persone che si rimettono alle cure dei medici del locale presidio ospedaliero, ignari della malevola sorte che talvolta purtroppo li attende. Difatti, l’ultradecennale gestione selvaggia delle risorse destinate alla sanità locale, più subordinata a logiche di spartizione del potere politico e parcellizzazione delle rendite finanziarie che al bene comune, ha ulteriormente acuito le disfunzioni di alcune scadenti prestazioni professionali preesistenti. Lo stesso sindaco De Luca, riferendosi a De Mita, ne ha pubblicamente denunciato le dinamiche politiche irresponsabili protese unicamente allo spreco e all’accrescimento sconsiderato del debito in ambito sanitario, non disdegnando però la succulenta prospettiva di ambirne l’alleanza nelle imminenti competizioni elettorali regionali. Queste sono le marcescenti ed untuose alchimie sottese alla massimizzazione dei profitti della repellente offerta politica campana culminanti, come nel caso di specie, nel sensibile ridimensionamento delle prestazioni sanitarie e nella diffusione di tagli alla spesa gravanti sulle spalle e la dignità dei poveri ammalati. Ed è proprio a causa dei tagli succitati che il signor DM di 54 anni, colpito da una gravissima e complicata forma di diabete si è visto respingere l’istanza di ricovero dai medici dell’ospedale S.Anna e S. Sebastiano, nonostante le atroci sofferenze di un arto in cancrena pervaso  da liquidi purulenti. “Occorrerebbero intere pompe di benzina per bruciarvi tutti!”: queste le comprensibili esclamazioni dell’uomo in preda alla disperazione, che evocano in qualche modo i versi del poeta medievale Cecco Angiolieri. Del resto, la sanità in Campania è una croce gravosa e difficile da sostenere sin dal lontano Medioevo, quando l’imperatore Federico II di Svevia, principe di Capua, fu costretto ad imporre controlli severi, regole rigide e rigorose per lasciare che i medici del luogo, spesso inetti, esercitassero liberamente la professione di chirurgo. E’ un peccato che oggi manchino personaggi come il sovrano teutonico suddetto, tanto perspicace e lungimirante da mettere a nudo e sopprimere al tempo medesimo i legami spesso perversi fra privilegi e signorie locali. Un triste retaggio culturale che dopo millenni primeggia ancora nelle relazioni sociali del capoluogo di Terra di Lavoro sino ad estreme conseguenze. E già, perché se non fosse stato per l’attiva intercessione di un consigliere comunale aspirante alla poltrona di sindaco, a quanto pare molto influente e favorito nelle frazioni San Leucio, Sala e Briano, in prossimità delle quali si trova il suo quartier generale, al signor DM sopra menzionato non avrebbero amputato l’arto compromesso dalla suppurazione, negandogli così cure e doverose attenzioni. Insomma, è molto più probabile che un comune cittadino bisognoso di cure ospedaliere, ligio ai suoi doveri di contribuente ed estraneo ad aderenze politiche e clientele soffra patimenti e tribolazioni, che riceva piuttosto le cure adeguate dell’ospedale di Caserta. Lo sanno bene le centinaia di persone che, essendo state abbandonate e rifiutate dal “pronto soccorso” del nosocomio casertano per carenza di posti disponibili, nonostante la precarietà delle loro condizioni di salute, hanno dovuto ricorrere alle cure di strutture sanitarie private del territorio circostante. Sta di fatto che la piaga dei “tagli” alla spesa sanitaria genera altre anomalie non meno gravi di quelle precedentemente discusse, oltre che vistosi disservizi,  esecrabili ritardi ed inammissibili errori diagnostici. Una conseguenza gravosa ed insidiosa al tempo stesso risultano essere, infatti, le dimissioni facili e fulminee imposte con troppa sufficienza all’ammalato per liberare comprensibili spazi vitali, grazie anche al potere induttivo e persuasivo del personale medico e paramedico dello stesso ospedale di Caserta, con il solo risultato di favorire l’insorgenza di complicazioni patologiche o irreversibili per lo stesso paziente. La scelta ossessiva dei tagli indiscriminati alla spesa sanitaria sembra essere la manovra più riuscita della delirante e avida politica regionale e nazionale, nonostante siano maturi i tempi per attivare drastici ridimensionamenti in ordine al perimetro pubblico e ai numerosi benefits e privilegi che esso comporta su direttrici improduttive. La pensano così anche i poveri vecchietti ricoverati presso il reparto di geriatria dell’ospedale di Caserta, spesso costretti a rimanere a digiuno nell’incapacità di alimentarsi autonomamente. Ad ogni modo, oggi, Federico II di Svevia, sovrano di acume poliedrico e affascinante consiglierebbe di non andare a votare lestofanti di tutti gli schieramenti politici e mercanti di carne umana che direttamente e indirettamente strumentalizzano la sanità sino a tramutarla in un guano impraticabile o, peggio ancora, in quella greppia che tutti noi conosciamo. In controtendenza, il sovrano tedesco che amava disciplinare a ragion veduta anche l’etica professionale medica nelle celebri Costituzioni Melfitane sarebbe davvero entusiasta di preservare i dottori dell’Unità di Terapia Intensiva Cardiologia (UTIC), i reparti “Cardio 1” e “2” dell’ospedale civile di Caserta. Nei predetti settori, nonostante i tagli, prevalgono elevati standard di assistenza medica, specializzazione terapeutica e attenzione professionale. I reparti succitati si configurano, difatti, come una vistosa eccezione degna di nota, improntata alla doviziosa dedizione dell’intero personale medico e paramedico, al rigore diagnostico e all’ approfondimento terapeutico. La tempestività degli interventi farmaceutici, riabilitativi e chirurgici unita ad un lodevole modus operandi di coordinatori, operatori della riabilitazione e chirurghi, seppur con qualche plausibile contraddizione, implementa quotidianamente successi terapeutici indiscussi riconosciuti da utenti provenienti da tutte le aree della Campania. Una nota di merito va senza dubbio tributata al dottor Alfonso Alfieri, cardiochirurgo instancabile, oltre che distinto specialista dotato di rare virtù umane e professionali, capace di infondere sicurezza e conforto a quanti si avvicinano per patologie cardiocircolatorie all’esile confine che separa la vita dalla morte e, in special modo, ai loro trepidanti familiari. Quando si dice “una questione di cuore”.

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