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ROCCAMONFINA – Scandalo in municipio, partito il processo: Tari presente in aula. Domani si discute per la sua scarcerazione

ROCCAMONFINA -Scandalo in municipio, è partito, questa mattina, il processo a carico dell’ex sindaco Letizia Tari e di altri imputati. La stessa Tari era presente in aula. La prima udienza del processo è stata molto tecnica con la costituzione delle parti e la fissazione della prossima udienza (13 aprile). L’ex fascia tricolore ha raggiunto il tribunale di Santa Maria Capua Vetere con i propri mezzi. Infatti era stata autorizzata dal giudice di sorveglianza a poter raggiungere l’aula senza alcun tipo di sorveglianza. Va ricordato, infatti, che Tari è ancora sottoposta agli arresti domiciliari. Domattina, presso il tribunale della libertà di Napoli, si disucterà la richiesta avanzata dai difensori di Tari che chiedono l’annullamento di ogni misura cautelare.
Oltre a Letizia Tari, sono stati rinviati a giudizio Elpidio Baldassarre, Alessandra Ferrante, Angelo e Roberto Grillo, Pasquale Valente e Assunta Mincione. I difensori potranno, nell’udienza del 16 marzo, avvalersi della possibilità di chiedere il giudizio abbreviato. Ciò consentirebbe ai legali di portare delle argomentazioni in difesa degli imputati. Viceversa gli stessi rischiano di essere giudicati sulla base delle prove raccolte dalla Procura.
Le difese degli imputati si preparano per poter dimostrare l’innocenza dei propri assistiti. Si parte dal principio che l’ex fascia tricolore non avrebbe mai attuato azioni tese ad ottenere vantaggi personali. In ogni caso l’ordine di custodia cautelare  appare sproporzionato rispetto ai fatti contestati. L’arresto di Tari è avvenuto alcuni mesi fa,  nell’ambito di un’articolata indagine coordinata dai magistrati della Procura della Repubblica di Napoli – Direzione Distrettuale Antimafia, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di n. 7 soggetti, di cui tre sottoposti alla custodia in carcere e quattro agli arresti domiciliari, in quanto resisi responsabili dei reati di turbata libertà degli incanti e corruzione, tutti aggravati dal metodo mafioso. L’attività d’indagine, sviluppatasi attraverso intercettazioni telefoniche ed ambientali, riprese video, servizi di osservazione e pedinamenti, nonché riscontri di natura documentale, costituisce ulteriore sviluppo di una più ampia attività investigativa avente ad oggetto l’operatività delle imprese di Grillo Angelo, imprenditore legato al Clan Belforte di Marcianise, che ha già consentito al GIP del Tribunale di Napoli di emettere complessivamente 56 ordinanze di custodia cautelare, nei confronti di altrettanti soggetti in diverse operazioni susseguitesi nei mesi scorsi. Particolare importanza probatoria assumono il contenuto di diverse conversazioni intercettate sulle utenze in uso agli indagati, nonché le dichiarazioni confessorie ed etero accusatorie di alcuni indagati nell’ambito della stessa attività di indagine, supportate dagli accertamenti di natura documentale, da cui è stato possibile muovere nuove contestazioni a GRILLO Angelo e a suo figlio Roberto, nonché a suoi collaboratori già colpiti da precedenti ordinanze di misura cautelare di tipo custodiale.

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