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PIEDIMONTE MATESE / CASERTA – Scandalo sanità, indagati davanti ai giudici del riesame

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PIEDIMONTE MATESE / CASERTA – Scandalo ospedale di Caserta, oggi per gran parte degli indagati (alcuni in carcere, altri ai domiciliari) saranno davanti al giudice del riesame. Tenteranno di ottenere la libertà oppure l’attenuazione della misura restrittiva. Diversi giorni fa, nelle provincie di Caserta, Napoli e Verona, all’esito di un’articolata indagine coordinata dalla Procura della Repubblica, personale della D.I.A. di Napoli eseguì un’ordinanza applicativa della misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di 10 indagati e degli arresti domiciliari nei confronti di altri quattordici, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso (art. 416 bis); corruzione (art. 319 c.p.), turbata libertà del procedimento di scelta del contraente (art. 353 bis c.p.), abuso d’ufficio (art. 323 c.p.), con l’aggravante del metodo mafioso (art. 7 L. 203/91).
La capillare divisione delle aziende e dei capitali è una precisa strategia voluta ed attuata da Michele ZAGARIA, il quale ha sempre impedito concentrazioni di denaro in capo ad una sola persona, benchè si trattasse, nella stragrande maggioranza dei casi, di appartenenti al suo nucleo familiare d’origine.
Con il suo arresto e con la morte di Francesco ZAGARIA, questa strategia inizia a mostrare il suo più grande limite, ossia l’impossibilità per qualsiasi altro membro dell’organizzazione di poter rientrare in possesso di tutte le somme di denaro fino a quale momento scientemente suddivise ed occultate dai capi. La più attiva delle sorelle ZAGARIA nell’opera di rientro in possesso dei suddetti capitali è senza dubbio Elvira che, ormai, tratta con diffidenza tutti i fedelissimi del defunto marito, in quanto individua dei potenziali traditori (eh bravo! mah! vorrei dire.. avrebbe dovuto darmi quelli che mi doveva dare e non me li ha dati!ehh figurati!.. se tenevo quelli che non mi doveva dare!…Raffaele! comunque i soldi sono assai quelli che mi ha levato..[inc].. Elvira!. omissis DONCIGLIO. . omissis . . . la vedi ad Elvira…fa la battuta non la vedi?…si mette a giocare …allora [inc]…stiamo a posto! al di fuori di quelli che si è presi! . . omissis . . . !…i centomila euro non lo ha detto nemmeno ad Antonio…centomila euro glieli deve dire eh!).
ZAGARIA Elvira, come lo stesso Raffaele DONCIGLIO conferma, è impegnata in una spasmodica raccolta di denaro dagli imprenditori del cartello. Le somme di cui si parla sono ingenti (ehh! ohì Rè non non gli abbiamo consegnato ancora niente di questi, tu hai capito niente?…ma pure i soldi che si è preso! e trecentomila euro glieli abbiamo abbonati sopra al conto?) e sono coinvolti altri imprenditori, quali Orlando CESARINI che ha dovuto versare 200.000 euro, mentre la cifra pro capite per ciscun imprenditore – si fa riferimento sempre ai citati 600.000 euro di cui si è parlato a proposito di un avvenuto bonifico – la cifra complessiva che si è versata nelle casse della famiglie ZAGARIA è di 250.000 euro ciascuno (non è per questo!…è che non possiamo nemmeno dire “guagliù ma che…” …manco ..cioè hai capito…duecento se li è presi da Cesarino…seicento li ha presi sopra la…lascia perdere due e cinquanta a testa…).
DONCIGLIO continua a quantificare le somme di denaro che Elvira ha raccolto negli ultimi mesi dai soci-imprenditori di famiglia. Alla fine, DONCIGLIO giunge a calcolare la incredibile somma di un milione di euro finita nelle casse della famiglia del boss di Casapesenna, una cifra che è stata raccolta solo da alcuni dei numerosissimi imprenditori legati agli ZAGARIA e limitatamente ai primi quattro mesi dell’anno
. Questa considerazione è sufficiente per comprendere quanto grande sia il potere economico di questa componente del clan dei casalesi (DONCIGLIO: eh!.. ottanta li ha presi da quello e cinquanta da quello…Elvira si è presi [si accavallano le voci, ndr]…al di fuori di quelli che ha incassato per l’IVA e coso! ..è quasi un milione di lire!..un milione di euro!… mò dico!.. non lo so dove…a che altro si deve arrivare?.. non mi rendo conto!…perchè è troppo esagerato secondo me!). Nonostante si stia parlando di una cifra a sei zeri, Remo D’AMICO non batte ciglio ed, anzi, mostra piena consapevolezza della situazione. (D’AMICO: e questo sto dicendo!…adesso se ce li ha… omissis . . .). Nel corso della conversazione si fa continuo riferimento ad un tale Antonio che, per le capacità di gestione del denaro che gli sono attribuite e per la vicinanza ad Elvira (a casa della quale l’hanno incontrato), non può essere che Antonio ZAGARIA, l’unico dei fratelli all’epoca libero.
L’indagine, durata più di due anni, è stata supportata da intercettazioni telefoniche ed ambientali audio-video eseguite anche all’interno dell’ dell’Azienda Ospedaliera Anna e S. Sebastiano ” di Caserta, informazioni testimoniali e acquisizioni documentali. Secondo l’impostazione accusatoria, condivisa dal G.I.P., dalle attività investigative sono emerse la piena operatività, all’interno della predetta struttura sanitaria, del clan ZAGARIA (fazione operante nel Comune di Casapesenna del clan dei casalesi) ed una pervasiva e consolidata rete di connivenze e collusioni venutasi a creare – sotto la regia dei boss della camorra casertana – tra appartenenti al mondo della pubblica amministrazione, della politica e dell’imprenditoria attraverso le quali il sistema degli ZAGARIA è riuscito a controllare e gestire, in regime di assoluto monopolio, gli appalti e gli affidamenti diretti di lavori all’interno dell’Ospedale casertano.
Il sodalizio mafioso, negli ultimi anni, si era infatti gradualmente infiltrato nel tessuto politico-amministrativo della struttura sanitaria casertana, trasformandosi in un complesso apparato in grado di gestire gli affidamenti dei lavori pubblici in assoluta autonomia, potendo contare sul potere derivante dalla preminente matrice mafiosa.
Quanto agli elementi sintomatici della sussistenza dell’organizzazione mafiosa, è stato ritenuto centrale il ruolo svolto da Elvira ZAGARIA, sorella del noto boss ed ex primula rossa casalese, Michele. A quest’ultima, infatti, a seguito dell’arresto di tutti i membri maschi della famiglia e dopo la morte del marito Francesco ZAGARIA, negli ultimi due anni era toccato il compito di gestire gli ingenti capitali illeciti derivanti dalle attività delle imprese del clan.
Il sodalizio criminale oggi disarticolato nasce nell’anno 2006, oaando Francesco ZAGARIA, cognato dell’allora latitante (e, per tale motivo, in quel mr mento uno dei capi del clan dei casalesi) Michele ZAGARIA, supportato politicamente ial segretario politico dell’UDEUR Regionale dell’epoca, succeduto a Nicola FERRARO ‘arrestato nel 2008 e poi condannato per concorso esterno in associazione mafiosa per aver supportato “politicamente” il clan SCHIAVONE di Casal di Principe) – riuscì a far nominare un suo uomo di fiducia quale Dirigente Generale del “S. Anna e S. Sebastiano”, il Dr. Luigi ANNUNZIATA – recentemente scomparso. Da quel momento, secondo l’ordinanza cautelare, Francesco ZAGARIA, assunse il controllo delle assegnazioni dei lavori pubblici nell’Ospedale, dando vita ad un cartello di imprese mafiose, ancora oggi operante.Sempre secondo la ricostruzione condivisa dal G.I.P., nell’anno 2006, vi fu, peraltro, un duplice avvicendamento politico-mafioso all’interno dell’Ospedale di Caserta. Infatti, con l’implosione dell’UDEUR e conseguentemente alla caduta del Governo PRODI, nell’anno 2008, gli ZAGARIA cercarono e trovarono, la necessaria “copertura politica” nel PDL campano e, più in particolare, nel suo (allora) capo indiscusso, Nicola COSENTINO, rimasto referente politico del SISTEMA criminale operante nel nosocomio casertano fino al momento del suo arresto, avvenuto nel marzo 2013. Un sistema collaudato e sostenuto, come si è detto, anche dalla politica, attraverso la nomina di dirigenti compiacenti e che garantiva, a sua volta, un pieno sostegno elettorale al partito che lo sosteneva: sintomatico è stato l’appoggio del SISTEMA – registrato nel corso delle intercettazioni – alla fazione cosentiniana del PDL (contrastata in quel momento dagli “scissionisti” CORONELLA e LANDOLFI) al Congresso del PDL svoltosi a Caserta il 6 ottobre 2012 e che sancì la definitiva leadership di Nicola COSENTINO all’interno del PDL campano. Direttamente impegnati nella “copertura politica” dell’organizzazione mafiosa casalese, sono risultati essere due uomini di Nicola COSENTINO: il consigliere provinciale di Forza Italia, Antonio MAGLIULO, e l’allora consigliere regionale del medesimo partito, Angelo POLVERINO, entrambi destinatari di misura cautelare. Il compendio derivante da autonome fonti di prova (intercettazioni, acquisizioni documentali, etc.) è stato ulteriormente rafforzato dalle dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia, i quali hanno minuziosamente descritto, nel corso degli interrogatori con i magistrati, il complesso sistema politico-mafioso-imprenditoriale operante nell’Ospedale di Caserta, facendo specifici riferimenti a molti degli odierni indagati, confermando l’appartenenza allo stesso dei politici e dei dirigenti pubblici oggi tratti in arresto unitamente agli ZAGARIA.
Centro nevralgico delle attività criminali a cui si è posto fine con la presente operazione è stato ritenuto essere l’ufficio del Dirigente dell’Unità Operativa Complessa di Ingegneria Ospedaliera, Ing. FESTA Bartolomeo, in carica dal 1 gennaio 2006 anch’egli per volere di Francesco ZAGARIA. Quest’ultimo, coadiuvato da gran parte degli impiegati del suo ufficio, aveva il compito di truccare i bandi di gara e gli atti ad essi equipollenti, per favorire gli imprenditori del clan, i quali, a loro volta, periodicamente dovevano versare parte dei guadagni così ottenuti nelle mani degli ZAGARIA.

ELENCO PERSONE TRATTE IN ARRESTO

BOTTINO Francesco Alfonso classe 1942 (arresti domiciliari), ex Direttore Generale AORN S Anna e S.Sebastiano;
CANGIANO Vincenzo classe 1982, imprenditore, socio ODEIA SrL;
D’ANTONIO Gabriele classe 1968, amministratore unico ODEIA SrL;
CESARINI Orlando classe 1946 imprenditore, socio ODEIA SrL;
D’ANTONIO Gabriele classe 1968, amministratore unico ODEIA SrL;
CIOFFI Salvatore classe 1948 (arresti domiciliari), imprenditore individuale;
D’AMICO Remo classe 1957, nullafacente;
DELLA MURA Antonio classe 1958 (arresti domiciliari), imprenditore individuale;
DONCIGLIO Raffaele classe 1967, imprenditore, socio R.D. COSTRUZIONI;
FESTA Bartolomeo classe 1949, Direttore UOC Ingegneria Ospedaliera AORN S.Anna e S.Sebastiano;
FRANCHINI Roberto classe 1960 (arresti domiciliari), consulente IVS ITALIA SpA;
FRESE Nicola classe 1948, dipendente AORN S.Anna e S.Sebastiano (arresti domiciliari);
GASPARIN Giuseppe classe 1950 (arresti domiciliari), ex Direttore Amministrativo ASL CE;
IANNONE Luigi crassei977, imprenditore individuale;
MADDALONI Antonio classe 1977, dipendente AORN S.Anna e S.Sebastiano (arresti domiciliari);
MAGLIULO Antonio classe 1953, consigliere provinciale Caserta – gruppo PDL-Forza Italia;
MARTINO Paolo classe 1968, dipendente AORN S.Anna e S.Sebastiano (arresti domiciliari);
PALOMBI Mario classe 1963 (arresti domiciliari), imprenditore individuale;
POLVERINO Angelo classe 1957 (arresti domiciliari), ex consigliere regionale gruppo PDL-Forza Italia;
PORPORA Giuseppe classe 1969 (arresti domiciliari), imprenditore, socio KOME’ SrL;
RANFONE Rocco classe 1970 (arresti domiciliari), dipendente IVS ITALIA SpA;
RAUCCI Giuseppe classe 1956, dipendente AORN S.Anna e S.Sebastiano (arresti domiciliari);
SIGNORIELLO Umberto classe 1969, dipendente AORN S.Anna e S.Sebastiano (arresti domiciliari);
ZAGARIA Elvira classe 1965, casalinga.

Indagati:
Nicola Cosentino, già sotto processo per concorso esterno in associazione camorristica a Santa Maria Capua Vetere
Giancinto Basilicata, 57 anni, di Caserta;
Gerardo Covi, 48 anni di Casoria;
Alfonso Cutillo, 51 anni di San Nicola la Strada;
Ida De Palma, 50 anni di San Bartolomeo in Galdo (Benevento);
Giuseppe Piccolo, 35 anni, Casapesenna;
Domenico Silvano Ricciuto, 51 anni di Caserta;
Nicola Tufarelli, 49 anni di Pompei.

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