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TEANO – Truffa finanziaria e camorra, Aria risarcito. Il pentito che lo accusava condannato per calunnia

TEANO – Il Giudice di Firenze, Profeta, all’udienza del 10 febbraio scorso ha condannato il falso “pentito” Massimo Amato – calabrese, già collaboratore di giustizia per vicende legate alla mafia calabrese – per il reato di calunnia aggravata a due anni e otto  mesi, ritenendo assolutamente false e calunniose le dichiarazioni rese nei confronti delle persone offese.  Amato, prima tramite lettere inviate dal carcere e poi in sede di  interrogatorio aveva dichiarato ai Pm fiorentini di conoscere Salvatrore Aria e Alfredo Tortorici – assistiti dall’avvocato Giuseppe Pipitone –  in quanto facenti parti di un’associazione mafiosa e camorristica che avrebbe operato unitamente a Robert Da Ponte e ad altri soggetti riciclando ingenti somme di denaro. Tali dichiarazioni sono state smentite dalle indagini effettuate dai Ros di Firenze.  Pertanto il Giudice ha riconosciuto e disposto una provvisionale di 10.000 euro in favore di  Aria Salvatore e Tortorici Alfredo, costituitisi parti civile con l’assistenza dell’avvocato Giuseppe Pipitone del Foro di Palermo..
In particolare, e’ emerso che nei mesi scorsi l’uomo – Amato – ha inviato tre lettere alla procura di Firenze in cui accusava persone, il cui nome appare per vari aspetti nelle indagini su da Ponte, di far parte di un gruppo criminale legato alla mafia siciliana, che avrebbe riciclato denaro per conto del clan camorristico dei Casalesi. Lui stesso in quelle missive affermava di essere coinvolto in prima persona in qualita’ di sedicente ‘vice cassiere’ dell’organizzazione. Inoltre, ha affermato nelle indagini e poi confermato anche nel corso di un interrogatorio il 17 giugno scorso davanti al pm Giulio Monferini, il gruppo criminale si sarebbe avvalso della complicita’ di un carabiniere del Ros di Firenze, ”un maresciallo di circa 40 anni di nome Salvatore”: una figura inesistente che pero’, secondo il calunniatore, avrebbe fornito al gruppo criminale i testi delle intercettazioni disposte dall’autorita’ giudiziaria nell’ambito delle indagini su Robert Da Ponte, di cui lui era entrato in possesso. La circostanza era di per se’ smentita dal fatto che le intercettazioni sono state disposte successivamente all’arresto di Amato, avvenuto il 7 aprile 2011. Infine, in base a verifiche degli inquirenti, i fatti riferiti dall’uomo sono risultati completamente inventati  o ricavati dalla lettura di articoli di giornali, alcuni dei quali sono stati trovati dai militari del Ros nel corso di una perquisizione nella cella di Rebibbia, dove l’uomo e’  detenuto.

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