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ALIFE / PIEDIMONTE MATESE / ALVIGNANO / GALLO MATESE – Gare di appalto e danno erariale, condannati in quattro. Dovranno risarcire 112mila euro all’Asl. La sentenza della Corte dei Conti

ALIFE / PIEDIMONTE MATESE / ALVIGNANO / GALLO MATESE – Gare di appalto e danno erariale, condannati in quattro. Dovranno risarcire 112mila euro all’Asl. La sentenza della Corte dei Conti in merito al danno erariale arrecato all’Azienda Sanitaria Locale di Caserta, quale successore della  Unità Sanitaria Locale n.12 di Piedimonte Matese, a seguito di fatti illeciti penalmente rilevanti commessi nell’ambito della gestione dell’appalto del servizio di “pulizia dei locali extraospedalieri ed ospedalieri e della vetreria dei laboratori di analisi dell’ente”. Appalto di servizi aggiudicato per due volte consecutive alla ditta Colucci e Appalti e Officine Meccaniche S.p.a. a seguito dello svolgimento di specifici procedimenti di evidenza pubblica (la prima volta con deliberazione del Comitato di Gestione n.310 del 21 maggio 1988, la seconda volta con deliberazione del medesimo Comitato di Gestione n.970 del 15 dicembre 1990). Il danno erariale addebitabile ai convenuti viene conseguentemente fissato in euro 112.000,00 e ripartito come segue:

MORELLI Alessandro (Alvignano): euro 28.000,00

CHIODI Giuseppe (Gallo Matese): euro 28.000,00

D’ACUNZO Fausto (Piedimonte Matese): euro 28.000,00

D’AMBROSIO Michele Antonio (Sant’Angelo D’Alife): euro 28.000,00

Nella vicenda era coinvolto un quinto amministratore, un noto politico della zona, deceduto poco prima del giudizio. Per questa ragione la procedura, a suo carico, è stata dichiarata estinta. La somma risarcitoria di euro 112.000,00 sarà soggetta a rivalutazione monetaria dalla data dell’ultimo pagamento (maggio 1991) sino alla data odierna e sarà inoltre gravata degli interessi legali a far data dalla pubblicazione della presente decisione sino al soddisfo. Le spese seguono la soccombenza e saranno liquidate nel dispositivo. Secondo la prospettazione della Procura Regionale i due appalti in questione sarebbero stati gestiti con modalità connotate da grave trascuratezza operativa e scarsa trasparenza procedimentale, puntualmente accertata nell’ambito di uno specifico procedimento penale, e ciò sarebbe alla base di un rilevante danno erariale subito dall’ente sanitario.

La Procura Regionale contestava la legittimità di 18 fatture (per complessivi euro 372.729,02) emesse nel corso della vigenza del primo contratto d’appalto e ha ritenuto che l’intervenuto illegittimo pagamento del prezzo sia addebitabile in solido ai convenuti Morelli, Chiodi, D’Acunzo, D’Ambrosio e Cappello, i quali, nella loro qualità di componenti il comitato di gestione dell’ente, ne disposero la liquidazione.

 

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