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PIETRAMELARA / BAIA E LATINA – CAMORRA, L’UCCISIONE DI CANTILE E LA “FINTA” TRANQUILLITA’ DELL’ALTO CASERTANO

PIETRAMELARA / BAIA E LATINA – L’omicidio di Giuseppe Cantile scuote l’Alto Casertano che, sembra, un’oasi felice ma in realtà nasconde molto di più di ciò che lascia trasparire. La  Procura Antimafia indaga a 360 gradi ma sull’ipotesi che l’omicidio possa essere legato alla camorra sembrano esserci pochi dubbi.

Il comunicato della Procura:

Il cadavere di un uomo anni e’ stato ritrovato all’interno di una vettura a Baia e Latina, in provincia di Caserta. L’auto era parcheggiata in via Caduti di Guerra nei pressi delle Palazzine Popolari. Secondo i primi accertamenti l’uomo e’ stato raggiunto da diversi colpi d’arma da fuoco. La vittima e’ Giuseppe Cantile, di 44 anni, gia’ noto alle forze dell’ordine, residente nella cittadina dell’alto Casertano. Secondo gli investigatori l’uomo era legato al clan Papa. Il ritrovamento e’ avvenuto intorno alle 9 dopo la segnalazione di un passante. Sulla vicenda indagano i carabinieri del comando provinciale di Caserta. Da un primo esame medico legale, l’uomo e’ stato raggiunto da due colpi alla testa

L’arresto per il Monopolio del gas nell’Alto Casertano

Un anno fa, circa, Giuseppe Cantile venne arrestato dai carabinieri della stazione di Pietramelara, nell’ambito dell’inchiesta sul monopolio del gas nell’Alto Casertano.  Su ordine della Direzione Distrettuale Antimafia, i Carabinieri della Compagnia di Capua arrestarono  5 persone, di cui uno affiliato al clan “dei Cosalesi” – fazione riconducibile alla famiglia PAPA, operante nell’agro Caleno e in tutto l’Alto Casertano, ritenuti responsabili, a vario titolo, di tentata estorsione in concorso (arti. 56.110. 629c.p.J, con l’aggravante del metodo mafioso (art. 7 L. 203/91).  L’indagine, condotta dalle Stazioni Carabinieri di Pietramelara (CE) e Vairano Scalo (CE), attraverso intercettazioni telefoniche, servizi di osservazione e attività di polizia giudiziaria svolta dal mese di giugno 2012 al successivo mese di ottobre, ha consentito di documentare come uno degli indagati, titolare di una ditta per la distribuzione del gpl in bombole nei comuni dell’alto casertano, in concorso con altri soggetti, fra cui alcuni suoi dipendenti ed un affiliato al “clan dei casalesi” – fazione riconducibile al boss PAPA Giuseppe – con più azioni criminose, costringevano i titolari di altre ditte operanti nello stesso settore, dirette concorrenti, a non operare in tutti i Comuni dell’alto casertano, al fine di procurarsi l’ingiusto profitto di operare in regime di assoluto monopolio. Fra le cinque persone arrestate ci fu proprio  Giuseppe Cantile , allora residente a Pietramelara, conosciuto come  Peppe o Casalese.

La scarcerazione: Alcuni mesi dopo, esattamente nel giugno del 2013,  Cantile venne scarcerato e ritornò libero, in attesa del processo.

 

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