MONDRAGONE – Oggi Christian Acciardi è stato costretto a recarsi presso la stazione dei carabinieri per presentare denuncia contro un pesante disservizio riscontrato presso la casa comunale di Mondragone. Lui voleva semplicemente ottenere la residenza in città considerato che da alcuni mesi vive con la sua compagna. Ma dopo oltre un mese non è stato ancora possibile. Incapacità? Arroganza? Ignoranza? Magari saranno le indagini dei carabinieri a chiarire ogni aspetto della vicenda. Il personale avrebbe posto, come primo ostacolo, la necessità di avere lo spid, circostanza assolutamente non vera. Infatti basta produrre richiesta di residenza per produrre l’effetto.
La storia:
Sono in Italia dallo scorso aprile 2024 e sono ospite a Mondragone della mia compagna Concetta. Diversi giorni fa ho deciso di recarmi presso il municipio per poter chiedere la residenza ufficiale atteso che ho problemi di salute ed ho necessità urgente di poter scegliere il medico di base per accedere alle cure. Recatomi all’ufficio anagrafe mi veniva risposto da parte dell’impiegato allora presente che per poter richiedere la residenza, era obbligatorio avere lo spid, e che dovevo provvedere da solo ed in caso di difficoltà, tramite il patronato di zona; alla conversazione era presente anche la mia compagna. Ho provato a fare lo spid in due agenzie una in Mondragone ed una in Aversa, ma in entrambi i casi, la pratica non è passata, poiché io proveniente dal registro AIRE non avevo la tessera sanitaria, che non posso ottenere se non ho la residenza in Italia. Lo scorso 8 maggio 2024, ho protocollato la richiesta di residenza presso l’Ufficio Protocollo del Comune di Mondragone. Un’azione non facile tanto che ho dovuto insistere assistita dal mio legale per superare le difficoltà che ci ha posto la guardia privata all’esterno del Comune che con arroganza ci affrontava quasi impedendoci di entrare perché dovevo prendere un modulo per la residenza, senza conoscere le mie problematiche di salute e quindi tutta la vicenda; poi sono riuscito a protocollare l’atto e stavo aspettando in casa che la Polizia Locale venisse a fare il controllo; mi sono recato dopo alcun i giorni presso il Comando di Polizia Municipale, ma mi veniva risposto che la pratica ancora non risultava negli archivi per poter essere lavorata e pertanto mi sarei dovuto recare nuovamente presso i l Comune, per chiarimenti con il capo dello Stato Civile. Stamattina, mi sono recato presso il Comune per avere informazioni con il mio legale – l’avvocato Giuseppina Piccirillo – alla quale veniva risposto che il primo impiegato che si interessava della prativa era stato trasferito e che non si occupava di quella pratica mentre l’altro impiegato rispondeva che la pratica non era di sua competenza. Così ci siamo recati dal capo del personale la quale ribatteva che l’ufficio era chiuso oggi e che si era annotata il numero di protocollo e avrebbe provveduto a verificare la questione”.