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Piedimonte Matese / Gioia Sannitica – Operai schiacciati dal ponteggio, ecco le ragioni della condanna all’architetto Volpe

Piedimonte Matese / Gioia Sannitica – Sono state rese note le motivazioni alla base di condanna scritta dal giudice di primo grado del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere nell’ambito del processo nato dalla tragica morte di due operai, schiacciati dal ponteggio che stavano montando sulla facciata di una chiesta nel centro storico di Piedimonte Matese. Fra gli imputati spicca il nome di Maria Cristina Volpe, attuale responsabile ufficio tecnico comunale del capoluogo matesino. Volpe era coordinatore della sicurezza del cantiere dove persero la vita Antonio Atzeni di Casoria e Albino Tammaro di Gioia Sannitica.
Il giudice ha ritenuto colpevole Volpe infliggendole una condanna a 3 anni reclusione perché nonostante a conoscenza della presenza delle ditte Cogem srl / Segeco srl in cantiere in parola e del montaggio di una piattaforma auto sollevante avvenisse in assenza di POS, documento che rappresenta e stabilisce le procedure operative di sicurezza da adottare durante le operazioni, venendo meno, in tal modo, al compito di verifica dei rischi, nonché alla verifica di adeguatezza delle nuove operazioni che venivano effettuate in cantiere, ovvero alla verifica dell’idoneità dell’attrezzatura che si stava realizzando e delle specifiche modalità di montaggio, e consentendo l’allestimento della piattaforma senza che venissero rispettate basilari regole di sicurezza come la necessità di posizionare le torri montanti della stessa in maniera prospiciente la muratura per consentire un adeguato ancoraggio.

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