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SAN TAMMARO – Omicidio Tondi, Katia fra le mani stringeva un capello scuro. L’assassino ha portato via dall’appartamento tre oggetti d’oro fra cui la fede nuziale. Tutti oggetti che la donna indossava prima di essere uccisa

San Tammaro (Maria Giovanna Pellegrino) – Omicidio Katia Tondi: la vittima tra le mani stringeva un capello, forse quello del killer che scappando dall’appartamento ha portato via 3 souvenir: la fede nuziale, un altro anello d’oro e un girocollo, i preziosi che Katia aveva addosso. Durante la perizia una squadra della polizia giudiziaria del commissariato sammaritano diretto dal dottor Trocino è ritornata sul luogo del delitto per verificare una segnalazione fatta dai genitori della poverina i quali nell’aprire la porta d’ingresso hanno notato che la chiave non andava bene come se fosse stata forzata la serratura. Questa mattina dunque è stata fatta la perizia autoptica presso l’Istituto di Medicina Legale di Caserta. I periti hanno accertato che Katia è morta per strangolamento. Nessuna altra violenza è stata usata per ucciderla. Il killer ha agito alle sue spalle, utilizzando una corda molto sottile, di circa un centimetro di spessore. Sul corpo non vi sono altri lividi, ciò ha lasciato desumere che Il ladro l’ha afferrata da dietro mentre usciva dal bagno e l’ha soffocava con il laccio, poi l’ha adagiata a terra molto dolcemente, mentre la giovane moriva. L’asfissia le ha causato i lividi sul volto. Katia, a quanto pare, non ha avuto modo di reagire, né di difendersi. Tra le mani però la vittima stringeva un capello di colore scuro, dalla lunghezza di circa 15 centimetri che non sembra apparentemente appartenere alla donna che ha i capelli biondi mesciati. Questa prova repertata verrà sottoposta all’esame del DNA per scoprire a chi possa appartenere. L’unica traccia utile allo stato dei fatti rimane proprio il capello che potrebbe essere stato strappato alla persona che ha tolto la vita alla giovane madre. Il killer dopo averla uccisa le ha rubato la fede nuziale ed un altro anello d’oro che Katia era solita portare all’anulare. Con i due monili è scomparso anche un girocollo con un punto luce, gioiello che solitamente Katia sfoggiava. Questi particolari sono stati confermati questa mattina dal marito della vittima, l’operaio gommista Emilio Lavoretano che ancora non riesce a darsi pace della tragedia che ha distrutto la sua famiglia. Lavoretano ha anche confermato che dalla casa, in particolare dalla borsa della moglie ritrovata svuotata sul tavolo della cucina sono spariti anche 30 euro che la poverina aveva nel portafoglio. La salma verrà restituita ai familiari in serata e per domani vi saranno i funerali. Lavoretano ancora una volta ha ricostruito agli inquirenti le ultime ore di vita di sua moglie e tutti gli spostamenti da lui fatti. Lavoretano afferma di essere uscito di casa da solo verso le 19.05 di sabato scorso per delle commissioni che la moglie gli aveva appuntato su di un foglietto. La nota spesa è stata acquisita dal pm Domenico Musto della Procura della Repubblica di Santa Maria C.V., titolare delle indagini. Lavoretano era uscito per andare all’MD di Capua, lungo la strada del ritorno si è fermato presso un tabacchi per comprare le sigarette e poi si è recato presso la polisanitaria “Nadia” a S. Maria C.V. , non lontano da casa sua, per comprare il latte e del detergente per il figlioletto. Poi è rincasato pochi minuti prima delle 20.00. Versione raccontata più volte senza sbavature. L’allarme il gommista lo ha lanciato alle 19.57,  in base alle chiamate fatte dal suo telefono cellulare esibito al pm. I tabulati ne daranno la conferma. Questo è l’orario in cui l’operaio rientra a casa e scopre il cadavere della moglie. Lavoretano ha anche spiegato che la consorte non aveva alcun nemico, era una ragazza molto discreta, timida che dava poca confidenza agli estranei. I due si conoscevano da oltre 15 anni e dieci mesi fa avevano deciso di sposarsi perché Katia era in dolce attesa. Il loro matrimonio è durato appena 10 mesi. Sabato scorso addosso al gommista è crollato l’intero mondo. Stamattina era insieme al suo legale, l’avvocato Natalina Mastellone, per presenziare all’autopsia anche se ha aspettato tutto il tempo nel corridoio con il volto tra le mani per la disperazione. Ieri sera presso la sua abitazione che è rimasta deserta sono andati i genitori unicamente per prendere i vestiti di Katia, quelli più belli per farla rivestire dopo l’autopsia e riportarla a casa per l’ultimo saluto. I genitori di Katia però ieri sera nell’aprire il portoncino d’ingresso hanno notato che facevano difficoltà ad inserire la chiave come se qualcuno avesse forzato la serratura che apparentemente sembrava intatta. La vicenda è stata segnalata in commissariato e la Pg ha fatto ritorno sul luogo del crimine per un ulteriore accertamento.

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