Conca della Campania – Malasanità, la denuncia di Pace: fra ambulanze senza medici e attese infinite ho rischiato la vita

Conca della Campania – Oggi, purtroppo, ricevere le giuste cure appare sempre più un privilegio. La scarsità di medici, soprattutto nel primo soccorso, mette in pericolo la vita di tutti noi. L’episodio capitato, alcuni giorni fa, ad un cittadino di Conca della Campania appare emblematico dei disservizi che pesano sulla collettività. Prima un lungo “viaggio” in ambulanza fra gli ospedali di Sessa Aurunca e Piedimonte Matese, poi il ricovero a Caserta. Infine, quando si è rivolto alla “sanità a pagamento” la scoperta del suo vero problema. Ecco la testimonianza dell’uomo che ha intesa rendere pubblica la propria disavventura e che sta valutando la possibilitò di spsorgere querela sui fatti accaduti:  “Sono Carlo Pace e vivo a Conca della Campania, volevo segnalare una spiacevole situazione accaduta lo scorso 28 giugno 2022, quando nel cuore della notte vengo svegliato da forti dolori addominale. A questo punto chiamo il 118. Arriva un’ambulanza senza medico a bordo. Mi portano prima all’ospedale di Sessa Aurunca dove non sarei potuto andare in quanto dializzato. Una condizione che ho ripetuto più volte al personale sanitario dell’ambulanza. Mi hanno risposto che per l’assenza di medico dovevano andare all’ospedale più vicino, quindi quello di Sessa Aurunca. Una volta arrivati all’ospedale San Rocco, senza scendere dall’Ambulanza vengo trasferito all’ospedale di Piedimonte Matese. Resto quasi un giorno intero in pronto soccorso senza che mi venga fatta alcuna diagnosi. A questo punto firmo per uscire e vado all’ospedale di  Caserta dove resto ricoverato per  0 giorni durante i quali mi hanno sottoposto a due esami tac e una gastroscopia. Vengo dimesso senza diagnosi dicendo che è stato un episodio. Scelgo di andare da un professionista a pagamento e scopro che ho avuto una emorragia all’addome. Ora sto continuando a fare indagini a pagamento per cercare di risolvere il problema. Ho rischiato la vita e perciò ho deciso di rendere pubblica la mia vicenda con la speranza di sensibilizzare le istituzioni”.