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Il maresciallo Palazzo ha condotto le indagini sul caso

Vairano Patenora – Incendiano il centro immigrati per vendicare l’arresto del figlio, il maresciallo Palazzo spiega l’indagine

Vairano Patenora –  E’ stata una udienza importante quella che si è svolta alcuni giorni presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere a carico di due persone, un uomo di Marzanello di 46 anni e un suo amico marocchino di 49 anni. I due sono finiti sotto processo perché accusati di aver appiccato il fuoco al centro immigrati ubicato, all’epoca, nella frazione Scalo. Sul banco degli imputati ci sono Carmine Daniele e Anovaouard Anzit.  I due imputati hanno affidato la loro difesa agli avvocati Ernesto De Angelis e Luigi Scorpio. Nell’ultima udienza sono stati ascoltati alcuni carabinieri della locale stazione che intervennero nell’immediatezza e dei fatti e che hanno poi condotto le indagini. Il comandante Palazzo ha ripercorso le varie fasi dell’indagine che portò all’individuazione delle due persone ritenute responsabili dei fatti. Anche l’altro militare dell’arma, in servizio presso la stazione carabinieri di Vairano Scalo, rispondendo alle domande del giudice e delle parti, ha ripercorso, in grandi linee, il quadro accusatorio. Il giudice ha rinviato il processo al prossimo mese di giugno 2022 per ascoltare ulteriori testimonianze. I due imputati hanno sempre respinto ogni accusa: “Siamo totalmente estranei alle accuse che ci vengono mosse, non abbiamo mai fatto alcuna azione contro il centro gli immigrati”. Questa in sostanza la linea difensiva di Carmine Daniele e Anouar Anzit.

La vicenda:
L’azione dei due, consumata lo scorso 09 gennaio 2017, nella frazione Vairano Scalo, fu attuata, secondo l’accusa, per vendetta contro gli immigrati residenti in una struttura lungo viale Europa. Lo stesso centro che pochi mesi prima – nel novembre del 2016 – era stato oggetto di assalto armato da parte di quattro giovani di Marzanello. Fra loro anche Nicola Daniele, figlio di Carmine Daniele. L’uomo avrebbe agito per vendetta contro gli immigrati. Così, armato di tanica di benzina, insieme al suo amico marocchino, si recò sotto l’appartamento del centro immigrati, cosparse gli abiti di benzina e diede fuoco. Alcune telecamere in zona, e altre prove testimoniali avrebbe indirizzato le indagini sulla pista giusta. L’acume investigativo del maresciallo Palazzo in pochi mesi permise di chiudere il cerchio intorno ai due responsabili che ora dovranno rispondere delle accuse di tentato incendio aggravato dall’odio razziale.

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