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CONCA DELLA CAMPANIA – “ TERRA MIA”: A CATAILLI IL MONDO CONTADINO RIVIVE GRAZIE AGLI ANZIANI

CONCA DELLA CAMPANIA (di Nicolina Moretta) E’ assurdo come a volte abbiamo un tesoro vicino a noi e non ce ne accorgiamo. E’ vero, Qualcuno ha detto che le cose che contano non si contano, ma ignorare le cose che contano non è proficuo per il nostro interesse. A Catailli, frazione di Conca della Campania, composta da solo settantadue abitanti, hanno trovato il modo di far rivivere il mondo contadino ad opera del Comitato “Terra Mia”, fondato dal presidente Carmine Calce. Egli mi ha detto: “Abbiamo lo scopo di riportare alla luce gli antichi mestieri del nostro territorio, dove gli abitanti sono stati prevalentemente contadini.” E ha aggiunto: “Quando ho raccontato ai miei compaesani cosa avevo in mente di fare, alcuni anziani si sono emozionati talmente che ho visto le lacrime sui loro visi.” E l’entusiasmo è rimasto tale in quelle persone che custodiscono con consapevolezza la memoria storica della preziosa cultura contadina. Sono stati ricostruiti ambienti dove le strutture erano rimaste inalterate e riprodotta la cucina contadina, la stanza da letto, con il pollaio e la porcilaia nel piccolo ingresso della stessa umile casa. Allestita una stalla e cellai, fatti rivivere gli archi con gli strumenti usati in passato dai contadini. Un museo contadino degno di attenzione e considerazione. Inoltre, da tre anni (dal 2016) si svolge una serata ove vengono riprodotti fedelmente tutti gli antichi mestieri e non solo. Viene da chiedersi se una così coraggiosa iniziativa non sia da finanziare e supportare anche a livello regionale, sopperendo, in tal modo, agli sforzi individuali dei singoli, che pure si adoperano fino all’inverosimile e farne un patrimonio più garantito. L’evento: “ Riviviamo i momenti del nostro passato” è un vero spettacolo della cultura contadina che avrà luogo il 18 agosto. Tutto si animerà nella chiave di lettura di settanta anni fa. Gli abitanti indosseranno abiti antichi dei loro familiari, saranno ricreati gli ambienti del tempo e, soprattutto, fatti rivivere gli antichi mestieri: fare il pane, il vino, la pulizia del granturco, i bottari metteranno a posto i tini per la vendemmia, sarà fatta la battitura del grano manuale e la trebbiatura con la macchina d’epoca, l’intrecciatura manuale del fieno; saranno all’opera il fabbro, il falegname, il calzolaio, il cestaio con i cesti di vimini; le contadine intrecceranno le trecce di agli e di cipolle. Tutto in un ameno paesino ricco di archi. E il signor Calce ha tenuto a precisare: “Queste cose se non vengono rivalutate, vengono perse.” La signora Antonietta Pescarino ha aggiunto: “Devono essere invogliati anche i più giovani alla riscoperta.” E con noi è stata presente anche la giovane Elisa Di Salvo che da questo anno collabora con il Comitato. La serata di sabato 18 agosto, dalle ore 18.30, sarà curata anche dal punto di vista gastronomico della tradizione contadina: gnocchi, castagne e fagioli, ‘ciceri e tagliariegli’, parmigiane di melanzane, i ‘friariegli’ col pomodoro, patate fritte con i peperoni, crespelle, pizze nel forno a legno e, dulcis in fundo: l’insalata ‘ri scugnaturi’, e tanti dolci offerti da tutte le signore del paese. Tutto accompagnato dal dolce suono di fisarmoniche e organetti, e dalle ore 20.30 partirà la pizzica.   

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