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PIETRAMELARA – Abusi sessuali, Niccolò rischia sette anni di carcere

PIETRAMELARA (maria giovanna pellegrino) – Avrebbe abusato sessualmente di una ragazzina di dieci anni per un lungo periodo di tempo terrorizzandola e minacciandola di morte se avesse aperto bocca rivelando quello che succedeva tra di loro.
Chiusa l’istruttoria dibattimentale del processo a carico di Roberto Niccolò 48 anni di Pietramelara.
Ieri il processo dinanzi ai giudici del tribunale di Santa Maria Capua Vetere con la requisitoria del pm patrizia Dongiacomo che ha chiesto per l’imputato una condanna a sette anni di reclusione. Il processo per la discussione della difesa rappresentata dall’avvocato Bernardino Lombardi e per la sentenza è stato rinviato al prossimo 28 novembre.
Le violenze sarebbero state consumate durante il periodo di vacanza che la ragazza trascorreva presso la sua abitazione a Pietramelara e anche fuori. La studentessa solo dopo alcuni anni, diventata adolescente, è riuscita a parlare delle sevizie subite dal conoscente. I fatti risalirebbero al periodo compreso tra il mese di settembre del 2004 fino  a settembre dell’anno successivo ma la denuncia è stata fatta dopo qualche anno prima però che potesse intervenire la prescrizione.
Niccolò non si sarebbe limitato solo ad accarezzare la piccola o a palpeggiarla ma a stuprarla ogni qual volta riusciva ad adescarla e a rimanere da solo in casa con lei. Non avrebbe avuto scampo la bambina poiché Niccolò per costringerla al rapporto sessuale e per farla tacere le teneva un coltello puntato nella schiena. Col tempo il comportamento della bambina cambiò incominciava a dare segni di sofferenza insonnia con incubi, inappetenza, paura nei confronti di chiunque si avvicinasse a lei.
I genitori non riuscivano a capire quale era la causa della sua frustrazione fino a quando da qualche parolina detta tra le lacrime la ragazza confessò tutti i suoi timori e i motivi del terrore che aveva ogni qual volta avrebbe dovuto vedere il suo carnefice che frequentava la sua famiglia. In casa scoppiò il pandemonio. Venne fatta la denuncia ed il caso finì in Procura. Il pm inquirente all’uopo chiese anche un incidente probatorio che venne fatto davanti al gip, poiché la sola perizia medico legale che fu fatta, sebbene avesse accertato che c’era stata la deflorazione, non poté riscontrare segni di violenza, poiché i  fatti erano avvenuti lontani nel tempo e le lacerazioni e i rossori non erano più visibili. Nel corso del confronto, durante l’incidente probatorio, la ragazza venne assistita da uno psicologo e da una sociologa e fu ritenuta credibile. Niccolò si è così ritrovato accusato di violenza sessuale e minacce. Drammatica è stata già la testimonianza della madre della vittima e della stessa ragazza che è riuscita a raccontare la sua terribile avventura.

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