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CASERTA – CAMORRA, LA PROCURA ASSESTA UN NUOVO DURO COLPO AL CLAN ZAGARIA: ECCO I SEI NOMI

CASERTA – Polizia di Stato – Squadra Mobile di Caserta – Op. “Thunderball”

Eseguite ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di esponenti del clan “dei Casalesi-ala ZAGARIA”.

In manette sono finiti: Antonio Aquilone, Renato Piccolo, Giorgio Pagano, Costantino Diana, Francesco Sabatino, Barone Michele e Fontana Michele alias lo sceriffo. I primi cinque erano in libertà, mentre Fontana e Barone, hanno ricevuto la notifica del ordinanza di custodia cautelare in carcere. L’attività è stata coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e ha documentato numerosi episodi estorsivi, perpetrati con minacce e violenze. Le indagini che hanno portato oggi all’arresto del sodalizio, si  sono avvalse delle dichiarazioni di Salvatore Venosa, capo dell’omonimo gruppo criminale, che di recente è diventato collaboratore di giustizia. Come egli stesso ha raccontato agli investigatori, dopo la cattura dei boss Antonio Iovine e Michele Zagaria aveva assunto il comando del clan dei casalesi.

 

Nel corso della notte, la Squadra Mobile di Caserta, ad epilogo di penetranti indagini coordinate dalla Procura Antimafia di Napoli, con l’ausilio di equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine della Polizia di Stato, ha eseguito 6 misure cautelari in carcere (O.C.C.C. N.40760/12-stralcio da 24854/06 R.G. PM-N.25398/12 R.G. GIP-N.591/12 O.C.C.) emesse dall’Ufficio GIP del Tribunale di Napoli, in relazione ai reati di estorsione continuata ed aggravata dal metodo mafioso ed associazione di stampo mafioso, nei confronti di altrettanti esponenti del clan dei CASALESI-ala ZAGARIA, di seguito elencati:

L’arresto di ZAGARIA Michele, avvenuto a Casapesenna (CE) il 7 dicembre 2011, non aveva attenuato lo sforzo investigativo della D.D.A. di Napoli e della Polizia di Stato nei confronti della potente cosca camorrista, nella consapevolezza che, dopo l’iniziale scossa determinata dalla cattura dell’ultimo dei capi storici della federazione “dei Casalesi”, il clan avrebbe in breve ritrovato un equilibrio organizzativo funzionale alla perpetrazione delle attività criminali sul territorio, in particolare quelle di natura estorsiva, sia per continuare ad alimentare le proprie casse, esigenza vitale per il pagamento degli stipendi e delle spese legali dei sempre numerosi affiliati, detenuti e non, sia per ribadire nei confronti delle comunità locali che il proprio potere non era stato minato dalla cattura del boss.

Infatti, le indagini confluite nell’operazione conclusa questa notte hanno evidenziato l’attuale pericolosità dell’organizzazione camorrista che, dopo l’iniziale sbandamento determinato dall’arresto di ZAGARIA Michele, ha immediatamente serrato le fila del gruppo, ribadendo in forma ancora più pervicace il proprio potere criminale attraverso la ripresa di capillari attività estorsive perpetrate con sistematica insistenza dagli affiliati storici tuttora liberi, spesso chiamati ad attuare le direttive impartite, nonostante lo stato di detenzione, dai vertici del clan. Tra i destinatari della misura, infatti, figurano come mandanti dei raid estorsivi elementi di spicco e fidati luogotenenti di ZAGARIA Michele attualmente detenuti, quali i citati BARONE Michele e FONTANA Michele alias o sceriff.

Tale circostanza è confermata da una delle vicende estorsive oggetto delle indagini, che vede coinvolto un imprenditore di Casapesenna (CE) che, negli scorsi anni, si era aggiudicato l’appalto per la realizzazione di un complesso residenziale di 50 villette a Castel Morrone (CE), dell’importo di 6 milioni di euro, al quale gli emissari del gruppo ZAGARIA avevano imposto il pagamento di una tangente di 35.000 euro, di cui, prima della cattura del boss, aveva già versato due tranche di 10.000 mila euro ciascuna.

Secondo le indagini, a distanza di alcuni mesi dall’arresto di ZAGARIA, gli emissari del clan, individuati in PICCOLO Renato e PAGANO Giorgio, su direttiva di BARONE Michele e FONTANA Michele, erano stati inviati presso l’imprenditore per esigere il “saldo” della tangente e ribadire che, evidentemente, nulla era cambiato.

Tale clima, peraltro, era stato pubblicamente denunciato nel giugno scorso dal vice parroco della Chiesa di Santa Croce di Casapesenna (CE) che, nel corso di un’omelia domenicale, aveva dichiarato che “questo paese non cambierà mai”, perché le attività estorsive continuavano nonostante l’arresto di ZAGARIA.

Come accennato, tra i soggetti colpiti dal provvedimento cautelare in argomento spiccano figure storiche ed esponenti di vertice del citato clan, attualmente detenuti per reati associativi riconducibili alla loro affiliazione al clan ZAGARIA, quali BARONE Michele, e FONTANA Michele, alias o sceriffo, quest’ultimo uomo di fiducia del capo storico dei CASALESI, ZAGARIA Michele proprio nel settore delle estorsioni.

Gli altri destinatari delle misure restrittive, PICCOLO Renato, DIANA Costantino e SABATINO Francesco, quest’ultimo cognato del citato PAGANO Giorgio, ritenuti affiliati alla citata organizzazione camorrista, come confermato di recente anche dal collaboratore di giustizia VENOSA Salvatore, alias O Cucchiere, già reggente del clan dopo gli eclatanti arresti degli ultimi boss latitanti, sono gravemente indiziati di un tentativo di estorsione, perpetrato in nome del clan ZAGARIA, in danno di un imprenditore del settore della ristorazione di San Marcellino (CE), al quale era stato richiesto il versamento di una somma di 3 mila euro, suddivise in tre rate di mille euro da versare nelle canoniche scadenze di Natale, Pasqua e Ferragosto.

Secondo le indagini, le somme raccolte con le estorsione erano finalizzate al pagamento degli stipendi e delle spese legali ai familiari degli affiliati detenuti, gravati dalle spese da sostenere per effettuare le visite ai loro congiunti, spesso ristretti in carceri lontane.

Inoltre, nel corso della mattinata, la Squadra Mobile di Caserta ha eseguito un provvedimento di fermo del P.M. emesso dalla Procura Antimafia di Napoli per associazione mafiosa ed estorsione aggravata dal metodo mafioso nei confronti del pregiudicato AQUILONE Antonio, alias “Gheddafi”, nato a Santa Maria C. V. (CE) il 6.5.1984, anch’egli affiliato al clan ZAGARIA, sorvegliato speciale della P.S., scarcerato il 25 settembre scorso, dopo aver scontato una condanna per rapina ed estorsione, il quale aveva immediatamente ripreso le attività estorsive per conto dell’organizzazione “dei casalesi”.

 

 

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